sabato 16 aprile 2005

imputabilità di un serial killer

La Stampa 16 Aprile 2005
LA PERIZIA PSICHIATRICA SUL KILLER DELLA PROSTITUTA CATENA MOLINO
«Spinetti è sano di mente»
Giovedì sarà processato per omicidio e rapina

AOSTA. Roberto Spinetti, 40 anni, l’italiano residente a Zurigo accusato di aver ammazzato il 12 ottobre 2003 a Champdepraz Catena Molino, 31 anni, prostituta di Châtillon, è stato giudicato «capace di intendere e di volere» al momento dell’omicidio. Lo ha scritto lo psichiatra torinese Roberto Gianni nella perizia consegnata nei giorni scorsi al pubblico ministero Pasquale Longarini, titolare dell’inchiesta sul delitto di due anni fa.
A chiedere la perizia era stato l’avvocato di Spinetti, Anna Ferrazzano del foro di Salerno. Il legale ha già annunciato nei mesi scorsi di voler chiedere il rito abbreviato per il suo cliente, che giovedì sarà processato ad Aosta per omicidio volontario e rapina.
Roberto Spinetti, secondo la squadra mobile di Venezia che lo arrestò a Eboli dopo un inseguimento in autostrada, è un serial killer di prostitute. L’italiano residente in Svizzera è accusato di aver ucciso una prostituta e di averne ferita gravemente un’altra, dopo l’omicidio di Champdepraz. Non solo. E’ anche indagato per una lunga serie di rapine avvenute nel Nord Italia sempre ai danni di «lucciole» e per non aver pagato conti alberghieri nelle località che frequentava inseguendo la sua grande passione: i casinò. Spinetti arrivò in Valle all’inizio di ottobre 2003, soggiornando in un hotel di St-Vincent a due passi dal centro. La sera del 12, una domenica, uccise Catena Molino con 3 colpi di pistola, poi andò a giocare al Casinò. Il movente fu la rapina.
Spinetti girava l’Italia a giocare ai tavoli verdi e si manteneva il vizio con il crimine. Il suo arresto a Eboli fu l’epilogo dell’indagine che la questura di Venezia aveva avviato dopo il grave ferimento di una prostituta bulgara a Cavallino, località balneare vicina alla Serenissima. La donna, colpita alla nuca da un colpo di pistola calibro 7,65 dopo esser stata rapinata, è rimasta paralizzata. La polizia arrivò a Spinetti attraverso frammenti di testimonianze e grazie a un controllo incrociato sulle «celle» telefoniche in cui era stato rilevato il segnale emesso dal cellulare dell’uomo.
Le perizie hanno già stabilito che l’arma che Spinetti tentò di gettar via al momento dell’arresto, una Walter Patent 7,65 con matricola abrasa, uccise Catena Molino e, quindici giorni dopo a Classe (Ravenna), un’altra prostituta italiana.