L'Adige 29.6.05
CITTÀ DEL VATICANO:
Adulterio, masturbazione, fornicazione
CITTÀ DEL VATICANO - Adulterio, masturbazione, fornicazione, pornografia, prostituzione, stupro, atti omosessuali. Sono (n. 492) i «principali peccati contro la castità», espressione del «vizio della lussuria». Il Compendio del catechismo della Chiesa cattolica se ne occupa nel capitolo dedicato al sesto comandamento, che parte dall´affermazione che (n. 487) «Dio ha creato l´uomo maschio e femmina, con eguale dignità personale, e ha iscritto in lui la vocazione dell´amore e della comunione». Il Compendio afferma che le autorità civili «sono tenute a promuovere il rispetto della dignità della persona» (n. 494), «anche impedendo, con leggi adeguate, la diffusione delle suddette gravi offese alla castità, per proteggere soprattutto i minori e i più deboli». Il capitolo si occupa anche dell´amore coniugale «santificato dal sacramento del Matrimonio», i beni del quale sono (n. 495) «unità, fedeltà indissolubilità e apertura alla fecondità». Ad «offendere» la dignità del matrimonio sono (n. 502) «adulterio, divorzio, poligamia, incesto, libera unione (convivenza, concubinato), l´atto sessuale prima o al di fuori del matrimonio». Ma è l´apertura alla fecondità a prevedere particolari possibili «comportamenti immorali». Tali sono (n. 498) «ogni azione, come, per esempio la sterilizzazione diretta o la contraccezione, che, o in previsione dell´atto coniugale o nel suo compimento o nello sviluppo delle sue conseguenze naturali, si proponga come scopo o come mezzo, di impedire la procreazione». Sono immorali anche inseminazione e fecondazione artificiali, perché (n. 499) «dissociano la procreazione dall´atto con cui gli sposi si donano mutualmente, instaurando così un dominio della tecnica sull´origine e sul destino della persona umana». Inoltre l´inseminazione e la fecondazione eterologa «ledono il diritto del figlio a nascere da un padre e da una madre conosciuti da lui, legati tra loro dal matrimonio e aventi il diritto esclusivo a diventare genitori soltanto l´uno attraverso l´altro».
CITTÀ DEL VATICANO - Cerimonia nella Clementina con consegna delle copie ai fedeli. Appello a pregare anche in latino, la lingua dell´unità della Chiesa. Affidamento «ideale» del testo non solo ai credenti ma «a tutti gli uomini di buona volontà» che cercano «la verità». Il Papa ha solennizzato in ogni modo la presentazione del compendio del catechismo della chiesa cattolica, che riassume, senza modificare, nè aggiungere nè togliere nulla, il catechismo del ´92.
In 598 domande con le relative risposte il compendio espone ciò che la chiesa suggerisce ai fedeli per orientarne i comportamenti concreti in campo personale, sociale, sessuale. La forma dialogica è stata scelta per semplificare il testo, e la diffusione vuole essere popolare: il libro è stato diffuso in oltre 150.000 copie dell´edizione tascabile anche nei supermercati, autogrill, aeroporti. Nel compendio ci sono tutti i no della morale sessuale e c´è il richiamo ad ogni persona ad accettare la «propria identità sessuale», posto che «Dio ha creato l´uomo maschio e femmina».
Una ampia sezione è quella sui confini del non uccidere, viene ribadito il no della dottrina cattolica ad omicidio, aborto, distruzione di embrioni ed eutanasia, ma anche il no «pratico» alla pena di morte ed all´accanimento terapeutico. Sulla pena di morte, avendo presente la enciclica Evangelium vitae del ´94, quindi successiva al catechismo, il compendio riafferma che «oggi, a seguito delle possibilità di cui lo Stato dispone per reprimere il crimine rendendo inoffensivo il colpevole, i casi di assoluta necessità di pena di morte "sono ormai molto rari se non addirittura praticamente inesistenti"».
La dottrina sociale della chiesa viene ribadita sui temi del lavoro e dell´economia. Si afferma che la pace «non è solo assenza di guerra», e il dovere di tutti di contribuire alla pace nel mondo, si condanna il mercato incontrollato delle armi, si ribadiscono le condizioni per l´uso internazionale della forza militare. L´inferno c´è, riafferma il compendio, e la pena maggiore è la «lontananza eterna da Dio». E ci sarà il giudizio finale, alla fine del mondo, «di cui solo Dio conosce il giorno e l´ora». Si stigmatizza inoltre il «culto del corpo e gli eccessi» salutistici.
Il testo è diviso in quattro sezioni e ha un´ appendice con le preghiere comuni. Le quattro sezioni riguardano: La professione della fede, La celebrazione del mistero cristiano, La vita in Cristo e La preghiera cristiana. Voluto da papa Wojtyla, che affidò la direzione dei lavori all´allora cardinale Joseph Ratzinger, il compendio è preceduto da un Motu proprio di Ratzinger divenuto Benedetto XVI, che spiega genesi e scopi del documento. Il segretario della Congregazione per la dottrina della fede mons.
Angelo Amato spiega che il compendio intende anche «risvegliare l´interesse dei fedeli» per la dottrina e vuole essere un «utile sussidio per soddisfare la fame di verità soprattutto dei giovani», per questo suggerisce di diffonderlo soprattutto alla Gmg di Colonia, il prossimo agosto.
Nel compendio c´è anche uno spiacevole errore: papa Wojtyla viene definito di «venerata memoria», cioè considerato morto, in una introduzione datata 20 marzo 2005, quando era ancora vivo. Giovanni Paolo II infatti è morto il 2 aprile alle 21,37.
L´errore ha una spiegazione abbastanza semplice: l´introduzione del 20 marzo è quella in cui il cardinale Joseph Ratzinger, capo della commissione per la stesura del compendio, spiega la genesi del testo. Una volta divenuto Papa, nella stesura definitiva qualche estensore zelante deve aver aggiunto «di venerata memoria» alla citazione di papa Wojtyla quale «committente» del compendio, senza rendersi conto che in quella data Giovanni Paolo II era ancora vivo. È sicuro che il Vaticano si è accorto dell´errore, perchè «di venerata memoria» è stato cancellato nella introduzione su carta diffusa ai giornalisti, ma cancellarlo dalle centinaia di migliaia di copie in circolazione evidentemente è risultato antieconomico.
«SEGNALAZIONI» è il titolo della testata indipendente di Fulvio Iannaco che - registrata già nel 2001 - ha ormai compiuto il diciottesimo anno della propria continua ricerca e resistenza.
Dal 2007 - poi - alla sua caratteristica originaria di libera espressione del proprio ideatore, «Segnalazioni» ha unito la propria adesione alla «Associazione Amore e Psiche» - della quale fu fra i primissimi fondatori - nella prospettiva storica della realizzazione della «Fondazione Massimo Fagioli»