Quanto vale un attentato? Diario di uno speculatore
Come le bombe cambiano l'andamento delle borse
di Luca Bonaccorsi
Giovedì 7 Luglio, ore 9.00: in sala operativa "business as usual". Si prevede una giornata di noia in attesa dei dati sull'occupazione americana di venerdì. Si leggono i giornali, si studia qualche grafico. C'è chi parla con i clienti al telefono, chi organizza il fine settimana…«caffè per tutti?» domanda qualcuno.
Poi i brokers sugli altoparlanti cominciano a parlare di voci di esplosioni nella metro inglese. Mettiamo subito le Tv su Sky News, volume al massimo. La televisione dice che c'è stato un "power surge"… cioè un aumento improvviso della tensione che ha causato danni e bloccato alcuni treni. Le borse scendono qualche tick… i titoli di stato salgono qualche tick… tutti pensano la stessa cosa: ma no… non è possibile, non a Londra.
A Londra la comunità musulmana è immensa, integrata e, dal 2001, controllatissima. A Regent's Park, accanto al laghetto con le paperelle, tutte le settimane all'uscita dalla moschea c'è la folla pacifica e colorata di musulmani con accento londinese che si organizzano la serata ed il week-end. No, a Londra non è possibile. E' solo la coincidenza con il G8 che sembra strana.
Le voci si rincorrono, le metro colpite sono più di una e poi la notizia: un bus esploso. Come un bus? Cosa c'entra col voltaggio della metro? La Tv riporta ancora la versione del problema elettrico, ma abbiamo capito tutti ormai. E le borse crollano. Vengono giù che piove, -1%... -2%.... -3%... -4.5%... un crollo paragonabile a quello dell'11 settembre. Tra le 10:15 e le 12:35 lo scenario scontato è proprio quello recessivo da nuova campagna del terrore per mano di al Qaeda. Salgono i beni rifugio (oro, titoli di stato) crollano i beni legati alla crescita (borse, petrolio). Due ore di panico vero. Queste sono cose che fanno male al sistema. Cancellare dallo stock di ricchezza (risparmi) di un paese l'1, il 2 o il 3% del Gdp ha un effetto recessivo pressoché immediato.
Ed è allora che arrivano i traders. In italiano si chiamano speculatori (se sei di sinistra) o arbitraggisti (se sei di centro-destra). I traders fanno due conti, per esempio: vai a vedere cosa è successo post 11 settembre 2001 e post 11 marzo 2004. Un'attentato a Londra deve "valere" più di Madrid ma meno di New York come impatto economico. Conclusione: le borse a -5% sono una stupidaggine. E si compra. Non è divertente comprare in queste circostanze, tutti scappano e sugli schermi che ti circondano ci sono facce insanguinate e colonne di fumo. Vorresti piuttosto chiamare tutti quelli che conosci a Londra per assicurarti che non fossero nella metro o sul bus. Ma compri. E aspetti. A cosa somiglia quella attesa? Io non sono mai riuscito a spiegarlo a qualcuno che non ha lavorato in una sala operativa.
Alle 13:00 la Banca Centrale Inglese che, combinazione, si riunisce oggi lascia i tassi invariati. Alle 13:45 la Banca Centrale Europea che, ri-combinazione, si riunisce oggi lascia i tassi invariati e rilascia dichiarazioni pseudo-rassicuranti. Sono bloccate le banche centrali, è troppo presto per valutare i danni effettivi ed un loro intervento affrettato potrebbe avere l'effetto contrario.
-5%... -4%... -3%... -2%... tre ore dopo il panico è passato. Meno 2% ha molto più senso. Vendi tutto, prendi profitto, la tensione sparisce, arriva il sollievo. E cominci a chiamare gli amici a Londra. I gestori di fondi e assicurazioni sono troppo lenti per intervenire. Devono convocare riunioni, decidere di cambiare l'allocazione dei loro investimenti, discutere i pro e i contro e poi eventualmente passare gli ordini di vendita/acquisto. Durante il crollo non possono fare molto di più che preoccuparsi. Ora anche loro si possono rilassare, il danno è limitato. Il messaggio dei mercati rassicurante. La liquidità del mercato, la copiosità e la professionalità degli operatori ha limitato i danni in poche ore. Non quelli umani e materiali sia chiaro, quelli finanziari. Solo quelli finanziari.
Venerdì mattina: le borse continuano a salire. Alle 11:00 il danno di ieri è sparito. Londra non è accaduta, sui grafici c'e' un "crollo"… profondissimo…rapidissimo ed un altrettanto rapido recupero. Una V disegnata su schermi e carta, e basta. Circa 24 ore dopo siamo di nuovo tutti qua ad aspettare i dati sull'occupazione americana. Pochi pensieri (come dicono gli inglesi) nel «retro della testa»: possibile che i morti di Londra, conseguenza di una operazione militare precisa e ben organizzata, non abbiano nessun impatto economico sulla debole Europa? E poi: l'America di Bush, la Spagna di Aznar, la Gran Bretagna di Blair… il nesso è chiaro. La prossima è l'Italia di Berlusconi.
Venerdì ore 16:00. E' tutto come prima. Borse, tassi, valute hanno digerito tutto. Le bombe a Londra, i dati americani. Qualcosa non torna.