venerdì 27 giugno 2003

"prima o poi il caldo passerà"...

La Repubblica Salute 26.6.03
"E per la salute mentale vanno evitati gli stress"
Il calore eccessivo può allentare le inibizioni e scatenare l’aggressività
di Pier Luigi Scapicchio*

Il caldo gli ha dato alla testa. Quante volte abbiamo sentito pronunciare questa frase? Tutti, a livello di semplice buon senso, sono convinti che il caldo influisca negativamente sul nostro equilibrio psichico. Effettivamente due eventi critici come il colpo di sole ed il colpo di calore presentano, nel loro quadro clinico, sintomi psichici di una certa gravità (agitazione psicomotoria, delirio, stato confusionale) che rafforzano questa convinzione comune. Ma il legame tra il caldo e la sofferenza psichica è più complesso di quanto sembri. Oltre al fattore termico in sé, che agisce direttamente sul cervello, come nel colpo di sole e nel colpo di calore, occorre considerare anche il ruolo di "stressor" aspecifico che assume il caldo eccessivo e l’influenza della stagione estiva sulla ciclicità di alcune gravi patologie psichiche.
Agendo come un potente fattore di stress il caldo è responsabile di comportamenti aggressivi e impulsivi tipici di ogni circostanza stressante, che allenta i nostri poteri critici, le nostre inibizioni, le nostre capacità di controllo rispetto a tutti gli stimoli ambientali negativi. In queste condizioni è assai più facile che si verifichino i cosiddetti raptus: la parola latina significa strappo e rende molto bene l’idea di una lacerazione che si verifica in un continuo esistenziale tranquillo o almeno ben compensato, che si scompensa per il peso di uno stress ambientale o personale insostenibile. Lo stress termico incide sull’equilibrio critico e comportamentale anche indirettamente, attraverso la perdita di sonno ed il sovvertimento dei nostri ritmi biologici. Dormire male non significa soltanto dormire poco ma anche subire un’alterazione della qualità del sonno che, per essere davvero ristoratore, ha bisogno di conservare la concatenazione delle sue fasi naturali, la cosiddetta architettura del sonno.
La stagione calda, che il corpo riconosce attraverso i suoi sensori biologici e non certo dalla lettura del calendario, rappresenta anche un fattore di vulnerabilità per importanti patologie cicliche legate alla stagionalità; non per tutti i soggetti è l’estate la stagione di maggior rischio, ma a chi rientra in tale categoria va prestata attenzione particolare proprio perché la terapie preventive sono modulate in funzione della variabile ambientale e non delle valutazioni cronologiche.
Gli accorgimenti per fronteggiare questi rischi sono molteplici ma si rifanno quasi esclusivamente ai noti precetti igienici per difendersi dal caldo in generale. Lo psichiatra può aggiungere qualche consiglio specifico, raccomandando di evitare il ricorso a tranquillanti e sonniferi, che peggiorerebbero la situazione astenica e aggiungerebbero così un’ulteriore "stressor" al caldo. E’ molto importante adeguare i livelli prestazionali alla sensazione soggettiva di fatica; non affrontare, possibilmente, situazioni conflittuali o affrontarle valutando attentamente ogni potenziale espressione di aggressività in esse contenuta; evitare, sempre nei limiti del possibile, di esporsi contemporaneamente ad altri "stressor". Prima o poi il caldo passerà.
* Past President Società Italiana di Psichiatria