ilNuovo.it 12.5.03
Clonato il primo embrione umano
Lo annuncia l'andrologo Zavos, che precisa: "l'esperimento ha fini riproduttivi". Sviluppato fino allo stadio di 8-10 cellule, servirà per nuove analisi molecolari.
ROMA – Il primo embrione umano  è stato clonato. A fini riproduttivi. Ad annunciarlo è l'andrologo Panayotis  Zavos,  dell'università statunitense del Kentucky. Che, di fatto, dichiara di aver fatto  sviluppare l’embrione fino allo stadio di 8-10 cellule e di averlo congelato al  fine di compiere su di esso ulteriori analisi molecolari. 
L’esperimento, precisa  Zavos, "è  stato condotto fuori dagli Stati Uniti. Nel 2001 Zavos aveva annunciato, insieme  all'italiano Severino Antinori, di voler avviare un programma di clonazione  umana a fini riproduttivi. In seguito le strade dell'andrologo di origine  cipriota e del ginecologo romano si erano separate. 
"Recentemente il nostro gruppo  di esperti scientifici e medici ha creato il primo embrione umano clonato a  scopi riproduttivi", scrive Zavos in un articolo pubblicato  sulla rivista internazionale Reproductive BioMedicine Online e intitolato  "Clonazione umana riproduttiva: il tempo è vicino". 
Zavos rileva che lui e il suo  gruppo non hanno mai dichiarato di voler clonare un embrione umano a scopo  riproduttivo "ignorando la preoccupazione del pubblico o le critiche degli  scienziati". Né, tantomeno, "i risultati contraddittori che negli anni passati  hanno ottenuto i ricercatori impegnati nel campo della clonazione animale".  
Noi, aggiunge, "volevamo  semplicemente imparare dalle difficoltà" finora incontrate da coloro che hanno  fatto esperimenti di clonazione. Così, prosegue Zavos, i primi esperimenti  affrontati dal suo gruppo hanno riguardato i bovini. Quindi si è passati agli  esperimenti con cellule umane: un particolare tipo di cellule del sangue, i  granulociti, sono stati trasferiti all'interno di ovociti umani privati del  nucleo. 
L'embrione così ottenuto,  scrive Zavos, "è stato il risultato finale  dell'utilizzo di nove ovociti enucleati con tecniche di microchirurgia e fusi,  per mezzo di una stimolazione elettrica, con granulociti prelevati da una  paziente che desiderava avere un bambino con la tecnica del trasferimento  nucleare di cellule somatiche (Scnt)". 
L'embrione  così ottenuto ha raggiunto lo stadio di 8-10 cellule, "che mostra un ritmo di  sviluppo equivalente a quello di un normale embrione ottenuto con la  fecondazione in vitro. Il suo sviluppo è stato osservato e registrato, e  l'embrione è stato criopreservato per future analisi molecolari e altre  osservazioni"
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