sabato 5 luglio 2003

felicità: un po' di corrente al giro temporale inferiore e tutto va

La Sicilia 5.7.03
Risate e buonumore? Questione di cervello

Scoperto nel cervello il «centro» del buonumore e delle risate. I ricercatori giapponesi della Kyoto University Medical School, studiando una ventiquattrenne epilettica, avrebbero individuato per caso un'area cerebrale che, quando viene stimolata, fa sentire felici e fa ridere. I ricercatori giapponesi, descrivendo la novità nel «Journal of Neurology», ricordano che si tratta di un esperimento condotto su un unico caso, ma che la scoperta potrebbe essere valida universalmente.
Il team giapponese, guidato dal neurologo Takeshi Satow, era impegnato nello studio preliminare di una giovane epilettica che doveva essere sottoposta a un intervento per ridurre gli attacchi. Per delimitare la zona da trattare chirurgicamente, gli esperti hanno collegato degli elettrodi sul cranio della ragazza. E hanno scoperto che una stimolazione di un secondo su una particolare area del cervello, il giro temporale inferiore, provocava nella paziente una sensazione da lei stessa definita di «allegria». La ragazza riferiva che, contemporaneamente, le era tornata in mente una filastrocca che recitava da bambina. Dopo cinque secondi la giovane era addirittura scoppiata a ridere, con gran sorpresa dei ricercatori. Il giro temporale inferiore è un'area del cervello già collegata da precedenti studi alla memoria e al linguaggio. La sua stimolazione, spiega Satow, potrebbe far «emergere» dai «cassetti» della memorià i ricordi piacevoli, nel caso specifico la canzoncina infantile, e provocare così la sensazione di allegria e buonumore.
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Corriere della Sera 5.7.03
Esperimento in Giappone
Individuata nel cervello l’area della felicità Se stimolata rende allegri
di Margherita De Bac

ROMA - Non dipende dal tempo, dal piede che poggiamo per primo sul pavimento quando scendiamo dal letto o dai programmi più o meno allettanti che ci aspettano. L’umore, forse, fa capo a determinate aree cerebrali con sede nell’emisfero sinistro (quello cattivo) e nel destro (quello buono). Teoria sempre inseguita dai ricercatori che da almeno quarant’anni tentano di suffragarla. Un passo avanti in questa direzione è lo studio di un gruppo giapponese, pubblicato tra le lettere del Journal of Neurology , rivista di livello medio alto nel settore. Il neurologo Takeshi Satow e i colleghi hanno individuato per caso una zona del cervello, emisfero destro, che se stimolata ci rende allegri e suscettibili alle risate. Se così fosse potremmo pensare alla messa a punto di pillole della felicità o di interventi non farmacologici che hanno la capacità di restituire la gioia chi l’ha perduta per malattia, vedi i depressi.
Per ora è solo un sogno. Come avvertono gli autori: «È un esperimento condotto su un unico caso, ma non escludiamo di poterlo riprodurre». Ad essere di sicuro dotata di una centralina del buonumore è una ventiquattrenne giapponese, colpita da epilessia. Per ridurre gli attacchi è stata sottoposta a un intervento chirurgico. Nel delimitare preventivamente la zona da operare, i medici hanno collegato degli elettrodi sul cranio della paziente. Hanno visto che bastava stimolare per un secondo un particolare punto, situato nel giro inferiore dell’emisfero destro, per accendere una sensazione di allegria. Dopo 5 secondi di stimolazioni la giovane ha cominciato a ridere a crepapelle. Poi ha raccontato che durante l’esperimento le è tornata in mente una filastrocca imparata quando era piccola. Da bambina quelle strofe la divertivano un mondo. Il giro temporale inferiore è un’area collegata a funzioni importanti, il linguaggio e la memoria. Satow ipotizza che stuzzicandola si potrebbe far riemergere ricordi piacevoli e quindi provocare il buonumore.
Carlo Caltagirone, direttore scientifico dell’Istituto scientifico per la riabilitazione Santa Lucia, dà credito alla ricerca i cui risultati potrebbero sulle prime apparire fantasiosi: «Un solo caso suscita perplessità, però dobbiamo ricordare che molti dati in letteratura fanno ipotizzare che l’umore, i comportamenti emozionali, abbiano una base cerebrale. Vecchio filone di studi meritevoli di essere ripresi. Si potrebbe pensare a interventi più efficaci e non farmacologici sui disturbi dell’umore di origine psichiatrica». È stato osservato che pazienti con lesioni in una certa area dell’emisfero sinistro sono predisposti alla tristezza. Quelli con problemi all’emisfero destro tradiscono al contrario un comportamento fatuo, gioioso.