Libertà 8.7.03
La Mostra dal 27 agosto al 6 settembre, il regista in pole position per la gara con il suo film su Moro
Venezia-cinema chiama Bellocchio
Da Bertolucci a Bergman, edizione ricca di nomi e star
ROMA Manca poco meno di un mese all'annuncio ufficiale dei titoli della 60ª edizione del Festival del cinema di Venezia (27 agosto - 6 settembre), ma, tra indiscrezioni ed ipotesi su film e star ospiti in Laguna, in concorso o nelle sezioni collaterali, una sembra essere la certezza: sarà un anno particolarmente ricco che, come previsto, si avvantaggerà anche dell'edizione in tono minore di Cannes che ha lasciato sul campo molti titoli candidati a dare lustro alla Mostra diretta da Moritz de Hadeln. Tra i film italiani che potrebbero concorrere al Leone d'oro in pole position c'è sicuramente quello del nostro Marco Bellocchio, Buongiorno notte, con Luigi Lo Cascio e Maja Sansa protagonisti nel ruolo di una coppia di sequestratori di Aldo Moro, un soggetto suggerito all'autore dalla lettura dell'Affaire Moro di Sciascia. Non si tratta, come ha già spiegato Bellocchio, di una ricostruzione del caso Moro (come è stata quella di Martinelli in Piazza delle cinque lune), ma di una riflessione, cara al regista dei Pugni in tasca, sul rapporto di una generazione più giovane con il “padre” per antonomasia, in questo caso un padre politico. In corsa viene dato per certo anche Segreti di Stato di Paolo Benvenuti, che rievoca la strage di Portella della Ginestra, mentre l'autore italiano forse più atteso, Bernardo Bertolucci, porterà fuori concorso il suo The dreamers, tratto dal romanzo The holy innocence di Gilbert Adair. «Con questo film - ha detto Bertolucci - ho voluto recuperare per i giovani di oggi, che spesso non sanno neppure cosa sia il '68, lo spirito di quegli anni in cui c'era una gran confusione tra politica, droga, amore, sesso». Aggiungendo: «Non voglio fare l'elogio del '68, ci sono stati molti difetti, e una minoranza che ha militarizzato i gruppi e ha portato l'Italia verso gli “anni di piombo”, anche sulla base di grandi equivoci e deviazioni dei servizi. Ma non è stato un fallimento, dopo il '68 molto è cambiato nei costumi, nella società, nelle conquiste della donna». Pressoché certi di approdare in Laguna, spalmati nelle varie sezioni, sono anche altri autori di richiamo: Amos Gitai con Alila, tratto anche questo da un romanzo (Ripristinando antichi amori di Yehoshua Kenaz); Ridley Scott, con Matchstick men con Nicolas Cage; Robert Altman, autore di The company con Malcom McDowell; Catherine Breillat, l'autrice francese cha ha già fatto scandalo con Romance e A ma soeur, che torna in coppia con il re del porno, Rocco Siffredi (aveva un parte già in Romance) in Anatomie d'enfer, tratto dal romanzo Pornocratie; l'australiano Peter Weir (The Truman Show, Green Card e L'attimo fuggente) che ha scelto il connazionale Russell Crowe (Il gladiatore) come protagonista di Master and commander, adattamento cinematografico del romanzo di Patrick O'Brian. Tra gli altri film dovrebbero esserci anche la seconda parte della trilogia The Tulse Luper Suitcase di Peter Greenaway; Theo Angelopoulos con The weeping field, prima parte di una trilogia, e i fratelli Coen con Intolerable cruelty interpretato da George Clooney e Catherine Zeta-Jones. Attesissimo è il ritorno sul “luogo del delitto” di un maestro come Ingmar Bergman il quale con Saraband ha riunito Erland Josephson e Liv Ullman per il seguito ideale di Scene da un matrimonio. Senza contare, a proposito di ritorni, che, anche se molti lo danno ancora alle prese con un interminabile montaggio, Quentin Tarantino potrebbe essere la sorpresa dell'ultimo minuto col suo Kill Bill. La nuova pellicola del regista di Pulp Fiction avrà per protagonisti Uma Thurman, Daryl Hannah, Vivica A. Fox e Lucy Liu (in questi giorni sugli schermi con Charlie's Angels più che mai). E non è tutto: torna in Laguna, dopo il “tradimento” di un anno fa quando preferì Cannes, Woody Allen, che porta il suo Anything else con Jason Biggs, Christina Ricci, Danny de Vito, Glenn Close e lo stesso Allen; torna anche Nicole Kidman che, in coppia con Anthony Hopkins, interpreta The human stain di Robert Benton; e dovrebbe tornare, dopo Ritratto di signora, interpretato proprio dalla Kidman, anche Jane Campion con il suo In the cut, un thriller di cui è protagonista Meg Ryan nel ruolo di una scrittrice che ha una storia con un investigatore alle prese col delitto di una bella donna; ci sarà, con ogni probabilità, Wong Kar-Wai col suo 2046 interpretato dalla belle Maggie Cheung. Ma il Festival, che coincide con il semestre di presidenza italiana dell'Ue, non vivrà di solo spettacolo: per il primo weekend è previsto infatti un incontro tra i ministri della cultura dell'Europa, guidati da Giuliano Urbani, sui temi legati all'audiovisivo. E la direzione sta pensando anche un evento che per ora è rigorosamente top secret. Enrico Redda
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«SEGNALAZIONI» è il titolo della testata indipendente di Fulvio Iannaco che - registrata già nel 2001 - ha ormai compiuto il diciottesimo anno della propria continua ricerca e resistenza.
Dal 2007 - poi - alla sua caratteristica originaria di libera espressione del proprio ideatore, «Segnalazioni» ha unito la propria adesione alla «Associazione Amore e Psiche» - della quale fu fra i primissimi fondatori - nella prospettiva storica della realizzazione della «Fondazione Massimo Fagioli»