venerdì 12 settembre 2003

diverso parere, e qualcos'altro...

La Gazzetta del Mezzogiorno (Bari) 12.9.03
Cocente delusione il film di Bellocchio su Moro

Ho visto il film di Bellocchio «Buongiorno notte» sul sequestro dell'on. Aldo Moro e ne ho avuto una cocete delusione. È questo il film così osannato dalla stampa in occasione del Festiva del Cinema di Venezia da ritenerlo meritevole del «Leone d'oro»? È questo il film del regista assiduo frequentatore di seminari oceanici di un noto psicanalista a Roma negli Anni '80/'90? È questo il film che, giunto dopo tanti anni da un evento che ha sconvolto psicologicamente, emotivamente e politicamente il nostro Paese, avrebbe potuto essere l'occasione per una serena e matura riflessione su quegli anni?
Ho assistito ad un film esile, niente affatto emozionante, perfino noioso. Bellissimi invece gli articoli che parlano del film; l'ultimo in ordine di tempo che ho letto è quello, pubblicato sulla Gazzetta di martedì 9, dell'amico Pino Pisicchio che con linguaggio forbito ed immaginifico ha elogiato in maniera così appassionata e convincente l'ultima fatica di Bellocchio, da farmi dubitare che si trattasse della stessa insipida pellicola da me vista domenica scorsa.
A pensarci bene, forse mi ha infastidito vedere la dura e cruda realtà di quegli anni di follia ideologica? Ma erano davvero così come li rappresenta Bellocchio i brigatisti che hanno assassinato Moro? Sprovveduti, superficiali, infantili... È quel manipolo di ragazzi che ha tenuto in scacco lo Stato per tanti anni, rapinando, uccidendo, terrorizzando un intero Paese e traumatizzando un'intera generazione? Non è che siamo davanti al solito tentativo, così frequente nella patria del revisionismo, di ridimensionare la gravità e la tragicità di quel movimento, edulcorando tutto in una visione buonista e confidando nella paterna comprensione e nel perdono cristiano?
Quando il recupero della dimensione umana e psicologica di Hitler?
Giuliana Perrotta
Bari


Chi ha visto il film e vuole discutere ci scriva: questa è in fondo la terra di Moro. Una materia molto emotiva e opinabile, come dimostrano gli articoli sul film che lei giudica molto più belli del film.