mercoledì 26 novembre 2003

da clorofilla.it:
sul concordato preventivo

clorofilla.it > articoli > politica e istituzioni (lunedì 24 novembre 2003)

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Concilare il rispetto delle leggi fiscali e della deontologia professionale è possibile. L'annoso conflitto si potrebbe facilmente risolvere. Ne sono convinti quei medici "sensibili" che devono garantire la cura anche a chi chiede l'anonimato. Per loro basterebbe ripristinare la disposizione originale del ddl di accompagnamento alla legge finanziaria. E' l'appello della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici-Chirurghi e degli Odontoiatri ai ministri della Salute e delle Finanze, Sirchia e Tremonti

«Concordiamo la cura. Nel rispetto della Privacy»
di pdm


Roma - Vanno aumentando di ora in ora le firme dei medici che sottoscrivono l’appello di sostegno alla posizione della FNOMCeO, Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici-Chirurghi e degli Odontoiatri, espressa con lettera inviata, l’altra settimana, a Giulio Tremonti e Girolamo Sirchia, titolari rispettivamente dei ministeri delle Finanze e della Salute.

Il tema della missiva riguarda il decreto legge di accompagnamento alla legge finanziaria per il 2004, che all'art. 33 istituisce il concordato preventivo.

I medici lamentano il fatto che nella formulazione iniziale di quel ddl, in caso di adesione era prevista, prima del misterioso intervento a Palazzo Chigi e contestualmente ad altri benefici, «la sospensione degli obblighi tributari di emissione dello scontrino fiscale, della ricevuta fiscale, nonché della fattura limitatamente a quella nei confronti di soggetti non esercenti attività di impresa o di lavoro autonomo».

In quel modo - sostengono - si tutelava il delicato rapporto che intercorre tra medico e paziente, permettendo allo specialista, purché ovviamente concordatario, di prestare la cura a chi ne fa richiesta salvaguardando eventualmente anche l’anonimato del paziente. «Si sarebbe così risolto - spiega dall’università di Chieti, la psichiatra Gioia Roccioletti - una delicata questione etica, ma nel testo del “decretone” approvato dal Parlamento non c’è più traccia di quel testo facendo venir meno – denuncia Roccioletti con altri firmatari del documento - questa acquisizione fondamentale per il corretto esercizio della professione medica».

Ecco dunque perché i medici, in particolar modo psichiatri e ginecologi, scendono ora in campo con il presidente della FNOMCeO, Giuseppe del Barone. La Federazione nazionale dei medici si appella in pratica al ministro delle Finanze affinché modifichi con emendamento governativo il testo del Concordato. Del Barone chiede cioè il ripristino di quella disposizione che avrebbe consentito di porre finalmente un termine all'annoso conflitto tra il rispetto delle leggi fiscali e il rispetto della deontologia professionale, in particolare di quella medica.

I camici bianchi sperano che il governo possa «rimediare celermente all'errore compiuto, già in sede di passaggio alla Camera della Legge Finanziaria» e si rivolgono ai ministri Sirchia e Tremonti per «un interessamento in tal senso». Un appello infine è rivolto anche al presidente della Repubblica Ciampi «in quanto vengono in rilievo valori fondamentali tutelati dalla nostra Costituzione, che potrebbero essere rafforzati con un intervento di semplice attuazione».

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Concordato, il giallo delle modifiche al Senato

Il Fondo. "Curare" la Finanziaria è (ancora) possibile
Concordato preventivo, dubbi accademici sulle modifiche. E' il caso, ma non solo, di talune prestazioni mediche, dove la necessità di subordinare la prestazione della cura alla disponibilità del paziente a essere identificato urta contro fondamentali principi di deontologia professionale. Il direttore del Dipartimento di Scienze economiche dell'università di Bari spiega perché l’eliminazione dell’obbligo di fatturare avrebbe consentito di affrontare finalmente alcuni gravi inconvenienti in alcuni settori delle professioni e dei servizi particolarmente sensibili.


Glossario

Documento di programmazione economica e finanziaria (il governo lo presenta entro il 30 giugno)
Il Documento di programmazione economica e finanziaria è uno strumento con il quale il governo definisce annualmente la manovra di finanza pubblica. Il Dpef va presentato da Palazzo Chigi al Parlamento entro il 30 giugno di ogni anno anziché entro il 15 maggio come in precedenza stabilito. Lo slittamento di questo termine è giustificato dalla necessità di far coincidere quanto più possibile le previsioni macroeconomiche elaborate dal governo a maggio con la compilazione dei documenti di bilancio che invece viene ultimata a settembre.
Il Dpef stabilisce i parametri economici essenziali utilizzati e le previsioni tendenziali dei flussi di entrata e di spesa, per i grandi comparti, del settore statale e del conto consolidato delle pubbliche amministrazioni. Inoltre indica gli obiettivi macroeconomici, gli obiettivi – rapportati al Pil – del settore statale e del debito, riporta gli obiettivi di fabbisogno complessivo e di disavanzo corrente. Ma il Documento di programmazione economica indica anche l’articolazione degli interventi collegati alla manovra di finanza pubblica necessari per il raggiungimento dei suddetti obiettivi.
In sostanza, lo scopo del Dpef è quello di permettere al Parlamento di sapere in anticipo le linee di politica economica del governo, il quale è politicamente impegnato a redigere il susseguente bilancio annuale di previsione secondo i criteri scaturenti dal dibattito parlamentare.

Legge finanziaria (il governo la presenta entro settembre)
La legge finanziaria è un insieme di disposizioni riguardanti la formazione del bilancio annuale pluriennale dello Stato. Introdotta in maniera permanente dalla legge 468/78, la Finanziaria deve essere presentata entro settembre di ogni anno dal governo contestualmente alla presentazione del bilancio. Essa dovrebbe essere approvata entro il 31 dicembre. Altrimenti il governo sarebbe costretto (come è già capitato) a far ricorso all'esercizio provvisorio del bilancio.
In sostanza la Finanziaria fissa il livello massimo di ricorso al mercato e quindi fissa il tetto delle spese da iscrivere nel bilancio annuale. Può contenere modifiche o integrazioni alle leggi che hanno riflessi sui conti dello Stato onde correlarli agli obiettivi di politica economica cui si ispirano il bilancio pluriennale e il bilancio annuale. La Finanziaria è stata insomma ridotta a una “legge omnibus”, per cui contiene le disposizioni più disparate. Essa deve inoltre essere approvata da entrambe le Camere prima della legge di bilancio ed ha una grande importanza politica perché concentra in sé (insieme ai disegni di legge collegati) la manovra economica destinata a governare il Paese.

Disegni e decreti di legge collegati alla Finanziaria (normalmente si approvano sei/nove mesi dopo la Finanziaria)
I disegni di legge (progetti legislativi d’iniziativa del Consiglio dei ministri) o i decreti (provvedimenti del governo immediatamente esecutivi) che il governo presenta insieme alla Finanziaria e alla legge di bilancio, affrontano normalmente questioni settoriali e vengono esaminati ciascuno nella commissione competente. Sono “collegati” sia temporalmente, perché sono presentati assieme alla Finanziaria, sia funzionalmente, perché sono considerati determinanti dal governo per il raggiungimento degli obiettivi complessivi di politica economica. Normalmente vengono varati anche sei o nove mesi dopo la Finanziaria. Ovviamente i disegni di legge hanno bisogno dell’approvazione parlamentare per diventare esecutivi, laddove i decreti divengono immediatamente operativi e devono poi essere convertiti in legge entro 60 giorni dal loro varo da parte di Palazzo Chigi.
In questi giorni si parla sui media di “decretone” a proposito di un maxidecreto che accompagna la Finanziaria 2004 e che ne garantisce la copertura per circa 13,6 miliardi di euro.

Legge di bilancio (da approvare entro fine anno)
E’ un pò l’atto finale dell'annata. Il provvedimento che approva il bilancio dello Stato presentato dal governo (il quale, in attesa di tale approvazione, può essere temporaneamente abilitato, mediante apposita legge, all'esercizio provvisorio del bilancio medesimo). La legge di approvazione del bilancio - a norma dell'articolo 81 della Costituzione - non può stabilire nuovi tributi e nuove spese. Per questo è accompagnata dalla Finanziaria.