sabato 8 novembre 2003

Vespa Crepet Sgarbi ed altri

Corriere della Sera 8.11.03
Vespa filosofo del prezzemolo e dell’anima
di Aldo Grasso


Non c’è alcun rapporto fra il prezzemolo e l’immortalità dell’anima. L’uno è una pianta erbacea ma soprattutto una metafora del troppo, dell’essere sempre presenti, dell’apparire a sproposito. L’altra, invece, è una questione. Non che il prezzemolo non sia una questione, e anche fastidiosa; ma quella dell’immortalità dell’anima da secoli affatica le menti dei filosofi. Per dire: nella monumentale Enciclopedia Einaudi, mausoleo delle magnifiche sorti culturali e progressive, non esiste la voce «anima» (si parla invece di «corpo» e di prezzemolo). Della sottile relazione che lega, o slega, il prezzemolo all’immortalità dell’anima se n’è fatto superbo portavoce il filosofo Bruno Vespa, che, tra anime perse e buonanime, ha dedicato un’intera serata al difficile problema: «Anima mia» («Porta a porta», Raiuno, giovedì, ore 23,35). Un medico sosteneva di aver scritto due libri dettati dal figlio trapassato. Sospetta la presenza di Paolo Prezzemolo Crepet, addottorato in maglioncini di cachemire e chiome «libera & bella». Che ha sostenuto: «Queste cose (la dettatura dall’al di là, ndr) attengono alla nostra intimità, non dobbiamo fare proselitismo ma tenerle per noi». Traduzione: benedetti signori, se ci credete a queste cose non andate a dirle in tv, statevene a casa. Vediamo ora se e in quali direzioni si possano ricercare punti di contatto fra il prezzemolo e l’immortalità dell’anima. Se non ci fossero i parlatori coi defunti, se non ci fosse Cogne, se non ci fossero Erika e Omar, Paolo Prezzemolo Crepet non verrebbe invitato in tv oppure farebbe la fine di Raffaele Prezzemolo Morelli, a vendere pianeti di Psiche. Per concludere, da qualunque parte si esamini la questione non c’è nulla in comune tra il prezzemolo e l’immortalità dell’anima.

Il Riformista 8 Novembre 2003
DIBATTITI.
IL SANSONE BI-FRONTE (RIGA A DESTRA E RIGA A SINISTRA) VISTO DA VESPA
L'anima ha i capelli di Vittorio e Paolo


Di Paolo Crepet, lo psichiatra con il maglione, hanno parlato male, in modo sublime, sia Aldo Grasso sia Pietrangelo Buttafuoco, di Vittorio Sgarbi, invece, un po' tutti. E l'altra sera, i due, Crepet e Sgarbi, anzi Sgarbi e Crepet, perché la successione delle sedie metteva Vittorio prima di Paolo, l'altra sera i due erano da Bruno Vespa uno accanto all'altro. Si parlava, a "Porta a porta", non del sangue di Cogne o di Novi Ligure, specialità questa di Paolo, né di quadri o di donne, specialità questa di Vittorio.
Si parlava invece di anima. Una discussione alta, forte e nobile e talmente alta, forte e nobile che si poteva persino levare l'audio, come ai bei tempi delle telecronache azzurre di Bruno Pizzul, quando, per scongiurare la fama jettatoria del vice Martellini, si preferiva un religioso silenzio davanti allo schermo. Ma l'altra sera l'audio andava abbassato per un altro motivo, non per la sfiga. Lo spettacolo erano i capelli e le mani di Vittorio, i capelli e le mani di Paolo. Uno accanto all'altro: Vittorio, con la riga a destra e conseguente chioma piegata verso sinistra, per chi guarda, l'altro, Paolo, con la riga a sinistra e chioma piegata verso destra, sempre per chi guarda.
Senza audio, i due sono apparsi per quello che sono: gemelli di anima, mani e capelli. Twin hair in the soul. Paolo muoveva le labbra e la mano scattava subito verso la messa in piega battente a destra. Una, due, tre volte, con le dita che affondavano in una massa morbida e lucente. Una sincronia perfetta, come quando l'anima si sovrappone al cuore, e l'amore trascina la passione, quasi le tirasse i capelli. Paolo muoveva le labbra e Vittorio, in silenzio, si limitava alle mani. Stesso gesto atletico, solo nel verso opposto. Questione di riga, o di fila, come si dice a Napoli. Bruno, nel senso di Vespa, non poteva fare altro che ammirarli, non imitarli, perché nèi quanti ne vuoi, ma capelli un po' meno. Quando toccava a Vittorio, di muovere le labbra, i ruoli si invertivano, Sgarbi passava alla sincronia, Crepet si consolava con le mani. Uguali nell'anima, anche se diversi nello stile, Vittorio in giacca e cravatta, Paolo con uno dei suoi maglioni e l'aggiunta dei baffi. Si parlava di anima l'altra sera da Vespa e la notizia è che l'anima sono i capelli di Vittorio e Paolo, uno accanto all'altro, strepitose icone di un moderno Sansone bifronte. Senza di loro la nostra anima non sarà più la stessa e immaginate cosa sarebbe successo se Vespa avesse invitato due calvi, e non loro due, a parlare di anima. L'anima ha i peli, ma sono morbidi e lucenti, e hanno pure la riga. A destra o sinistra, non importa, è la stessa cosa.

La Gazzetta di Parma
Beppe Grillo su Crepet


[...]
"crisi della famiglia. «Mi risveglio ogni mattino senza segni di coltellate, forse significa che sono un buon padre. E poi c'è quello psichiatra con la sciarpa, come si chiama? Ah, Crepet. Ripete che siamo noi che non parliamo ai nostri figli. E' lui che non parla con i suoi: è sempre in tv». Televisione che condiziona? Di più. «Mio figlio di 15 anni, lui è la tv. E mia figlia che ne ha 22 l'altro giorno mi dice: "Voglio andare a Saranno famosi". Come se mi avesse preso a calci. "Ma perché non ti droghi come tutti?" le ho risposto»".