lunedì 26 gennaio 2004

«La testa e il cuore uccidono più del cancro»

una segnalazione di Sandra Mallone

Il Mattino 26.01.04
Psiche Il male oscuro pericolo per il corpo
di EMANUELE PERUGINI


La testa e il cuore uccidono più del cancro o dell'infarto. Oltre il cinquanta per cento dei decessi dipende infatti da fattori psicologici e sociali perché inducono a comportamenti sbagliati oppure perché indeboliscono direttamente le difese dell'organismo. Lo rivela uno studio condotto da un ricercatore americano, Oakley Ray, del dipartimento di psicologia e psichiatria della Vanderbilt University, che ha preso in esame cento anni di ricerche in campo psicosomatico e comportamentale.
Lo studio ha evidenziato che lo stress che colpisce la mente, ha effetti anche a livello cellulare e molecolare sull'organismo, riducendo la salute e la qualità della vita delle persone.
Nello stesso tempo, però, dalla ricerca emerge anche che avere un atteggiamento positivo verso la vita permette in qualche caso di riuscire a controbattere gli effetti dello stress, combattere con più energia le malattie e, in ultima analisi, ritardare l'ora della morte.
«Conoscere in che modo la mente influenza l'atteggiamento delle persone e la loro suscettibilità alle malattie servirà a cambiare profondamente il funzionamento stesso dei sistemi sanitari. Soprattutto - ha aggiunto - questo studio mostra come sia importante capire le interazioni tra il sistema endocrino, la mente, il sistema nervoso e quello immunitario. Svelare questi meccanismi ancora in gran parte sconosciuti aiuterà le persone a sconfiggere lo stress e a rimanere sane», dice Ray in un articolo pubblicato sulla rivista American Psychologist pubblicata dalla American Psychological Association.
E gli esempi portati dallo studio sono veramente impressionanti. Personalità, stile di vita e ambiente possono influenzare al tal punto l'organismo da rendere una persona malata se esposta a agenti infettivi, mentre un'altra rimane sana. «Ci sono numerosi agenti patogeni - ha spiegato il ricercatore - come, per esempio quello della tubercolosi, che vivono in equilibrio con il nostro organismo dando luogo solo in certi casi a sintomi o a malattia. Se invece questo meccanismo di interazione tra la mente e i vari sistemi fisiologici non funziona, allora la malattia si sviluppa in tutto la sua virulenza».
Ma quali sono i meccanismi che aiutano a mantenere in equilibrio questo delicatissimo meccanismo? Innanzitutto avere dei buoni rapporti in termini di valori affettivi e di inserimento sociale e soprattutto avere un buon controllo delle situazioni in cui quotidianamente siamo chiamati ad interagire. In particolare, avere persone a cui fare riferimento nei momenti difficili, avere un buon livello di istruzione, comprendere che alcuni eventi possono essere controllati e avere un atteggiamento positivo verso la vita sono tutti fattori che possono ritardare l'ora, comunque inevitabile, della morte.
Questi aspetti hanno anche un ruolo importante nella lotta ad una malattia come il cancro. Secondo numerosi dati, il modo con cui le donne affrontano psicologicamente il problema del cancro al seno si traduce poi in una profonda influenza sulla loro aspettativa di vita. Inutile dire, che chi affronta la malattia con più coraggio e ottimismo tende a vivere un po' più a lungo.
Infine, non è da sottovalutare il ruolo degli amici: chi ha una rete di relazioni stabile e profonda riesce a far fronte meglio alle ansietà e alle difficoltà della vita. E questo è dimostrato anche da un altro fenomeno: spesso alla morte di uno dei due partner, l'altro non riesce a vivere molto a lungo.