venerdì 6 febbraio 2004

il trionfo di Marco Bellocchio a Parigi

mentre le pagine di tutti i giornali d'oltralpe sono piene di encomi a Marco Bellocchio, le principali testate italiane, quasi unanimemente, tacciono

La Stampa 6 Febbraio 2004
Bellocchio trionfa a Parigi


Accoglienze trionfali a Parigi per il film di Marco Bellocchio (foto) "Buongiorno, notte". Tre pagine su Libération, due sul Figaro, ampi servizi su Le Monde e L’Humanité osannano il film sull’affaire Moro per il valore della sceneggiatura e la profondità della meditazione politica.

Libertà 6 febbraio 2004
Spettacoli
Ovazioni per “Buongiorno, notte”
Accoglienza trionfale per Bellocchio a Parigi
di Ettore Brenta


Parigi - Accoglienza trionfale della critica francese per "Buongiorno, notte", nelle sale da martedì preceduto da un'intera pagina di Le Monde con richiamo e foto in prima intitolato “l'affare Moro illuminato dalla fiction”. Tre pagine su Liberation, due su Le Figaro con un toccante “ritratto” a Maya Sansa “attrice sensibile e pudica”, ovazionata all'unanimità, anche dai giornali minori, come “la grande attrice italiana di oggi”: raramente un film italiano ha suscitato tanto clamore da parte dei critici francesi, che questa volta colgono anche l'occasione di criticare le polemiche che hanno accompagnato "Buongiorno, notte" in Italia. In particolare, Le Monde contesta il rimprovero a Bellocchio di aver “tracciato un ritratto compiacente di Aldo Moro e delle Brigate Rosse. Tutto ciò che si vede, nel film - scrive il quotidiano - è lo smarrimento di un uomo di fronte alla morte, espressa con un'emozione appena tinta d'ironia da Roberto Herlitzka”. Il cineasta «non pretende di fare una ricostruzione storica, ma propone una meditazione sulla libertà e la forza della fiction contro la meccanica disumana del terrorismo”, prosegue il giornale che tra i pregi del film cita “una sceneggiatura dal notevole rigore” e “l'alternanza del passaggio dall'ombra alla luce, dall'immobilità carcerale al movimento”.
Oltre ad esprimere entusiasmo per “la solare” Maya Sansa che “deve mascherare la sua bellezza sotto la terribile rigidità della gente che non ha mai dubbi, ma ogni volta che lascia passare un sorriso, tutta la sequenza ne è illuminata”. Il “grande cineasta”, per Le Figaro che pubblica un'intervista di Bellocchio come altri quotidiani tra cui L'Humanité, “ha fatto un'opera estremamente personale, un'ammirevole meditazione sulla violenza rivoluzionaria attraverso il faccia a faccia intimo di giovani presi da un'utopia astratta e del vecchio, il magnifico Herlitzka, che non ha altro da opporre loro che questo assoluto del volto umano”.

(c) 1998-2002 - LIBERTA'

La Gazzetta di Parma 6.2.04
Una pagina di «Le Monde» per Bellocchio
«Buongiorno, notte»
piace in Francia


PARIGI - Buongiorno, notte è arrivato sugli schermi francesi, preceduto da un'intera pagina di «Le Monde» che plaude al film di Bellocchio, ed è entusiasta di Maya Sansa, la brigatista-carceriera di Aldo Moro.
«Ci ricordiamo di lei come della giovane donna solare che non arrivava a fermare la corsa verso l'abisso del giovane poliziotto in La meglio gioventù - scrive il quotidiano - qui deve mascherare la sua bellezza sotto la terribile rigidità della gente che non ha mai dubbi, ma ogni volta che lascia passare un sorriso, tutta la sequenza ne è illuminata».
«Più esiste, più si allontana dai suoi compagni che, loro, non demordono mai, neppure di fronte alla semplice umanità del loro prigioniero», prosegue il giornale che critica il rimprovero mosso in Italia a Bellocchio di aver tracciato un ritratto compiacente di Aldo Moro.
«Tutto quello che si vede, è lo smarrimento di un uomo di fronte alla morte, espressa con un'emozione appena tinta d'ironia da Roberto Herlitzka», contesta «Le Monde».
Una «sceneggiatura dal notevole rigore» e «l'alternanza del passaggio dall'ombra alla luce, dall'immobilità carcerale al movimento» sono alcuni degli altri pregi del film, secondo 'Le Mondè che ha particolarmente apprezzato la scena della domenica in campagna. «Un vecchio intona un canto della resistenza italiana, una coppia di sposi passa accanto e si unisce al coro; si impone con evidenza assoluta l'assurdità della perversione terrorista che afferma di essere depositaria di questa eredità rivoluzionaria, ma che riuscirà solo ad accelerarne la liquidazione».
Altra notazione, le sequenze della seduta spiritica e quella del Vaticano, dove un attore «non molto somigliante incarna Paolo VI che rifiuta la richiesta di Moro di intercedere presso i dirigenti italiani perchè aprano negoziati» con le Br.
«In queste due scene, Bellocchio ritrova lo stile violento e tetro de Il sorriso di mia madre (L'ora di religione), come per dire che, se si deve saldare il conto una volta per tutte, attraverso il lutto e l'immaginazione, con le disfatte di ieri, restano delle ragioni per montare in collera».