lunedì 23 febbraio 2004

«l'intelligenza delle emozioni»

Il Messaggero Domenica 22 Febbraio 2004
Ma la ragione non basta
di ROBERTO BERTINETTI


MA DAVVERO è solo grazie alla ragione che l'uomo può comprendere se stesso e la realtà, come teorizzato dal pensiero illuminista? No, replica Martha Nussbaum che ha scritto un imponente saggio ("L'intelligenza delle emozioni", il Mulino, 868 pagine, 45 euro), in libreria da martedì in Italia, per provare che l'amore, la paura, la vergogna, la compassione e l'ansia non soltanto condizionano in maniera assai profonda l'esperienza quotidiana di ciascun individuo ma addirittura rappresentano una strategia di conoscenza. Sbaglia, dunque, chi rinnega l'importanza delle emozioni o ritiene la loro presenza un elemento di disturbo in analisi che andrebbero, invece, condotte "a freddo". Al contrario, sottolinea la studiosa americana, le emozioni contribuiscono a disegnare il paesaggio della nostra vita spirituale e sociale allo stesso modo della ragione. E, dunque, non si può prescindere da esse se si vuole interpretare in maniera corretta l'agire umano e proporre un contributo davvero innovativo nell'ambito della filosofia morale.
Per dimostrare la validità della sua ipotesi Martha Nussbaum compie un lungo viaggio che prende avvio dalla Grecia classica e si conclude nella Dublino di inizio Novecento ritratta da Joyce, chiama in causa l'antropologia e l'estetica, la letteratura e la scienza, cita gli autori dei grandi capolavori narrativi europei e il dibattito sull'etica di cui sono stati protagonisti nel corso dei secoli Platone, Aristotele, Rousseau, Kant e Nietzsche.
Diviso in tre parti, il libro discute in primo luogo le emozioni suscitate dal dolore e dal lutto, poi affronta il tema delle emozioni che segnano la vita pubblica e la politica e, infine, mette a fuoco il ruolo assegnato all'amore dal pensiero greco, cristiano e romantico, di cui la studiosa segue la traccia nei dialoghi socratici, nelle pagine di Dante, Proust, Whitman, Joyce e nelle partiture di Mahler.
Nussbaum conclude la sua complessa e affascinante analisi affermando che una teoria complessiva dell'agire umano non può prescindere dall'importanza delle emozioni. Che, precisa, giocano un ruolo fondamentale nell'indagine compiuta da ciascun individuo per tentare di stabilire ciò che è bene o giusto e possono offrire un contributo decisivo.