domenica 7 marzo 2004

Cristoforo Colombo
secondo Andreoli era una personalità bipolare

Repubblica edizione di Genova 7.3.04
La diagnosi dello psichiatra Andreoli al convegno dedicato al Navigatore
Colombo, un depresso di talento
"Molti personaggi che hanno cambiato la storia oggi verrebbero giudicati matti"
di Costantino Malatto


OGGI le chiamano "personalità maniaco depressive". Da momenti di esaltazione e di entusiasmo precipitano nella più cupa depressione. Cristoforo Colombo, dice lo psichiatra Vittorino Andreoli, fu proprio questo: un individuo bipolare, picchi creativi e disperazioni esistenziali. «Nel momento della "creazione" - afferma Andreoli, assurto a popolarità televisiva con le sue partecipazioni al talk-show di Maurizio Costanzo - la sua personalità doveva avere delle caratteristiche quasi deliranti, se per delirio intendiamo una sindrome in cui tutto il mondo viene ridotto a un´idea». L´idea delirante del navigatore genovese prese la forma di una scoperta che avrebbe cambiato la storia dell´uomo. «Ma questo - commenta lo psichiatra - non è un caso: molti dei personaggi che hanno fatto la storia oggi sarebbero classificati come "matti" e forse qualche mio collega li farebbe rinchiudere».
D´altra parte in Colombo, secondo lo psichiatra - che ha concluso con la sua relazione il convegno "Genova e Cristoforo Colombo" -, c´è una forte carica di rivalsa sociale. Caratteristica, in fondo, del membro di una famiglia «che veniva dai monti» - era originaria di Moconesi in Valfontanabuona - e che del montanaro manteneva in parte la furbizia e la capacità di cavarsela nella vita». Dal ritratto che tratteggia Andreoli emerge un personaggio contraddittorio, capace di grandi visioni e di piccole miserie umane. «Un uomo del Medioevo - lo definisce lo psichiatra - non del Rinascimento: non è in grado di capire il loro sentimento religioso, è il rappresentante di un cattolicesimo becero, non è un osservatore, più che la scienza lo colpisce la superstizione e il mito».
A ogni buon conto Andreoli mette subito le mani avanti ricordando che i dati personali sui quali uno psichiatra può basarsi per un´analisi della personalità del grande navigatore sono troppo scarni e scarsi. «Voi storici - scherza rivolgendosi ai correlatori del convegno organizzato da "A Compagna" e dal Comune con il patrocinio dell´Università - non ci fornite materiale sufficiente e noi siamo costretti a lavorare con quel poco che abbiamo». Ne nasce un ritratto in bilico tra l´analisi psichiatrica e lo scherzo: quello che Andreoli non può conoscere dai documenti e dagli altri dati cerca di immaginare e di ricostruire anche sulla base di una lunghissima esperienza e della capacità di "affabulare" la platea. «Una personalità come quella del giovane Cristoforo - afferma lo psichiatra - non può non essere stata profondamente influenzata dall´ambiente in cui è vissuto. La caratteristica della Genova di quei tempi era il viaggio, l´avventura, il futuro. La città era il luogo dove l´avventura era stata razionalizzata e organizzata. E in questa città il ragazzo impara, oltre che a leggere e scrivere, molte delle lezioni che gli serviranno nella sua vita futura. Apprenderà, per esempio, quanto sia importante l´appoggio del clero. E quanto lo sia quello delle famiglie nobili». Non a caso lungo tutta la sua vita Colombo manterrà stretti rapporti con i Fieschi, i Centurione, i Dinegro. Ma alla fine della sua vita prevarrà la disperazione: «La sua condizione - dice Andreoli - è quella che in termini psichiatrici si chiama "regressione depressiva". E così lui che ha scoperto il mondo fugge dal mondo».
Dalla città natale Cristoforo se ne va ancora giovane ma con essa mantiene legami intensi. «In molti si sono chiesti - dice Gabriella Airaldi, medievalista e promotrice dell´associazione culturale che presto prenderà vita nel nome di Paolo Emilio Taviani - perché Colombo non abbia chiesto finanziamenti della sua impresa alla città di Genova. Ma chi ha simili dubbi dimostra di non sapere che la storia di Genova non esiste, esiste la storia dei genovesi». Nel senso che lo Stato, il Comune genovese si limita - come si direbbe oggi - alla normale amministrazione. «Il vero potere - ricorda la studiosa - è quello del Banco di San Giorgio. Quello genovese è un sistema commerciale ed economico elastico, fatto di relazioni personali. Un network commerciale del quale del resto lo stesso Cristoforo ha fatto e fa parte».
Il convegno internazionale di Palazzo S. Giorgio - quale migliore sede per ospitarlo? -, così come l´intervista televisiva postuma su Colombo al senatore Taviani e la nascita di una nuova associazione colombiana, sembra partecipare alla riscoperta dell´ammiraglio genovese. Sulla sua figura e la sua impresa, rilanciata dalle celebrazioni ufficiali che da quest´anno diventeranno un appuntamento annuale, ha messo la penna e la voce anche un cantautore come Francesco Guccini nel suo ultimo disco. Ma dall´iniziativa dell´associazione "A Compagna" è emersa, più che la conoscenza di nuovi documenti, la consapevolezza che sulla figura di Colombo c´è ancora moltissimo da dire e da scoprire. «Cristoforo Colombo è un personaggio ancora da scoprire nella sua personalità, nella sua individualità. Per capire quanto abbia contato per la storia e per l´uomo bisogna liberarlo dagli abiti paludati dei quali è stato troppo spesso coperto e studiarlo nei contesti storici e antropologici che lo porranno sicuramente sotto una nuova luce».

La Gazzetta del Mezzogiorno 7.3.04
Ma Colombo era figlio di un papa?


Mentre a Genova è in corso il convegno «Genova e Cristoforo Colombo», all'Università di Pavia, dove in una teca sono conservate le presunte ceneri del grande navigatore, è giunta la richiesta di poter procedere all'esame del Dna. L'hanno avanzata due studiosi colombiani, gli storici romani Lioniero Boccianti e Renato Biagioli, convinti di poter dimostrare le vere origini di Colombo. «Il convegno di Genova non aggiunge nulla alle tesi ufficiali affermate da molto tempo, noi, invece, possediamo documenti che provano un'altra verità e al momento opportuno li presenteremo - hanno detto i due storici - Restiamo convinti che Cristoforo Colombo sia figlio di Papa Innocenzo VIII, al secolo il genovese Giovan Battista Cybo, e non del commerciante di lane Domenico Colombo e che sua madre sia una nobildonna romana». (...)