sabato 6 marzo 2004

donne in Iran

Liberazione 6.3.04
«L'Iran cambia nonostante i conservatori
E le donne non torneranno più indietro»
L'emancipazione a Teheran. Parla la sociologa iraniana Azadeh Kian Thiebaut
di Lucia Manassi


La società iraniana attende i primi segnali della nuova rotta che i conservatori vorranno imprimere al paese dopo la vittoria truccata alle elezioni parlamentari. Una società complessa, articolata e profondamente cambiata negli ultimi quindici anni. Come cambierà la condizione della donna in Iran, è già possibile prevederlo? Ne abbiamo parlato con Azadeh Kian Thiebaut, sociologa e ricercatrice del Monde Iranien, al Cnrs di Parigi. Di origine iraniana, Azadeh Kian Thiebaut conosce bene il paese e ha pubblicato in Francia un libro (Les femmes iraniennes entre Islam, Etat et famille) frutto di una sua lunga e profonda ricerca sul campo. Le donne sono estremamente attive e presenti nella società iraniana, ma il loro statuto legale è rimasto quasi invariato rispetto al 1979, quando si applicò la legge islamica che sancisce l'inferiorità assoluta della donna. Quindi accanto alla presenza femminile massiccia nelle università e nel mondo del lavoro resta l'obbligo del velo così come la poligamia e la limitazione per le donne nella richiesta del divorzio. In Iran la donna vale metà di un uomo: nel diritto ereditario, nel valore della sua testimonianza in tribunale, nel prezzo di sangue stabilito nel codice penale.

Quali sono stati i cambiamenti più eclatanti per le donne nei 7 anni di presidenza Khatami?

Il cambiamento più importante ha coinvolto le loro attività sociali, culturali, politiche ed economiche. E' stato anche grazie alla mobilitazione delle donne che Khatami è stato eletto nel 1997 e poi nel 2000, dunque sotto la presidenza si è attuata una politica di incoraggiamento delle Organizzazioni non governative (Ong) e delle associazioni, che sono attive in molte città, tentano di mobilitare e organizzare le donne, facendo pressione dal basso. Tuttavia se si fa un bilancio della presidenza Khatami si constata che ci sono stati pochi cambiamenti legislativi introdotti nello statuto delle donne. I conservatori hanno fatto resistenza. Il sesto parlamento, a maggioranza riformista, ha promulgato diverse leggi che puntavano al miglioramento dello statuto legale, ma il Consiglio dei Guardiani le ha bloccate. Per questo le donne iraniane, entusiaste nel 1997, ora sono disilluse e si organizzano sempre più nell'associazionismo per fare pressione ai vertici dello stato.

Quali sono le leggi che sono state votate dai riformisti?

Un esempio è l'innalzamento a 15 dell'età minima delle ragazze per il matrimonio e per la responsabilità penale, che prima erano a 9 anni. Il Consiglio dei Guardiani ha bocciato la legge come contraria all'Islam, infine il Consiglio delle Scelte ha deciso per l'età di 13 anni. Un'altra legge importante riguarda l'affidamento dei bambini dopo il divorzio. I tribunali infatti nella maggior parte dei casi affidavano i figli al padre, ora il diritto è ugualmente accordato alla madre o comunque l'affidamento all'uomo non è più automatico. L'opinione comune tra le donne iraniane è che, anche se è responsabilità del Consiglio dei Guardiani, non ci sono stati grandi cambiamenti per loro. Bisogna anche dire che durante la presidenza Khatami il numero delle studentesse ha superato quello degli studenti nelle università, in tutte le facoltà. E man mano che finiscono gli studi le ragazze entrano nel mondo del lavoro, acquistando indipendenza economica, fondamentale nel percorso di autonomia dal padre o dal marito. Il tasso di occupazione ufficiale delle donne è del 10%, ma ho fatto ricerche sul terreno che dimostrano che è molto più alto.

Quali saranno le conseguenze della vittoria dei conservatori per le donne?

Nessuna deputata riformatrice è stata eletta. Loro avevano presentato i progetti di legge sulle donne. Non bisogna attendersi cambiamenti importanti nello statuto della donna. Occorre aspettare comunque il secondo turno delle elezioni questo mese. Nella circoscrizione di Teheran sono state elette cinque donne, ma nelle liste dei conservatori. Le donne iraniane continueranno comunque la loro attività, le loro rivendicazioni e ci sono degli imam che dagli anni Novanta lavorano con loro, pensano che l'islam non è contro l'eguaglianza dei diritti. Penso che questi sforzi intellettuali e sociali continueranno.

Le donne non torneranno nelle case?

Non è immaginabile. Le donne che sono attive nella sfera pubblica da molti anni e contano di restarci. D'altra parte una gran parte dei conservatori eletti non avevano nel programma di far rientrare le donne nella sfera domestica. Tutti ora sono d'accordo nel dire che il lavoro delle donne e le loro attività nella sfera pubblica sono importanti. Venticinque anni fa certi ayatollah erano contrari, ma oggi sono tutti concordi e nella sfera pubblica ci sono in gran parte donne musulmane, anche le figlie degli ayatollah. No, non c'è alcun modo di far rientrare le donne iraniane nella sfera domestica.

Perché le donne hanno sostenuto la rivoluzione del 1979?

Ci sono diverse categorie sociali e culturali di donne che hanno partecipato alla rivoluzione. C'erano donne che a quel tempo venivano definite islamiste che rivendicavano l'applicazione della sharia, altre invece laiche contrarie alla legge islamica e al governo religioso. Ma era una società allora prettamente rurale e solo una piccola minoranza di donne aveva beneficiato, per esempio, della legge per la protezione della famiglia o del diritto di voto concesso dallo Scià nel '63. Lo Scià aveva imposto una sorta di femminismo di stato, aveva proibito tutte le organizzazioni indipendenti delle donne, lasciandone solo una presieduta da sua sorella. Le donne non avevano così ottenuto l'eguaglianza e neppure sviluppato un'identità sociale femminile. Per cui, al momento della rivoluzione, il malcontento generale della popolazione ha coinvolto anche le donne. Nell'Iran post rivoluzionario, con l'applicazione della legge islamica, le donne hanno capito di cosa si trattava, hanno capito che stavano perdendo i loro diritti. Dopo la rivoluzione la società iraniana nel suo insieme è molto evoluta, è paradossale, ma è così e le rivendicazioni ora sono generalizzate tra la popolazione femminile anche dei villaggi. Il tasso di scolarizzazione è aumentato considerevolmente dai tempi dello Scià e ora l'80% delle donne iraniane è alfabetizzato e quasi il 100% tra le giovani tra i 16 e i 25 anni.

Ci sono donne nel movimento studentesco?

Certamente. Sono meno rispetto agli uomini. ma quando alle manifestazioni aderiscono molte giovani studentesse. E' vero, l'associazionismo studentesco resta ancora molto maschile, ma le ragazze ci sono, manifestano, hanno delle rivendicazioni.

Si possono prevedere manifestazioni nei prossimi mesi contro il nuovo parlamento conservatore?

Dipenderà da come agiranno i conservatori. Se reprimeranno, se continueranno a chiudere giornali, ad arrestare intellettuali o studenti, allora ci si possono effettivamente aspettare delle mobilitazioni. Ma i conservatori non sono omogenei. Alcuni sono moderati e vogliono continuare il programma di riforme di Khatami perché sanno che sono inevitabil. Ci sono invece dei conservatori radicali che sono per la repressione politica e sociale. Dunque dipenderà dal rapporto di forze che si svilupperà tra conservatori moderati e radicali.