martedì 2 marzo 2004

i bambini timidi

Virgilio News (Apcom) 02/03/2004 - 12:05
MEDICINA/ BIMBI TIMIDI NON SI ACCORGONO DEI SEGNALI DI OSTILITA'
Ricerca San Raffaele di Milano su predisposizione a ansia sociale


Milano, 2 mar. (Apcom) - I bambini timidi hanno più difficoltà ad interpretare correttamente e a comperndere le espressioni di rabbia o di ostilità dei loro coetanei: è questa la scoperta realizzata da un gruppo di ricercatori dell'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e pubblicata sul numero di marzo della rivista Journal of American Academy of Child & Adolescent Psychiatry.
Per chiarire le cause dell'ansia sociale, un disturbo che colpisce il 7-8% della popolazione e a cui sono più predisposti i bambini timidi, gli studiosi hanno cercato di capire se esiste una relazione tra la timidezza e la capacità di decifrare l'espressione del volto dei coetanei.
I risultati hanno mostrato che quanto era maggiore la timidezza, tanto più alto era il numero di errori commessi dai bambini coinvolti nel test nell'interpretare l'espressione dei coetanei, soprattutto se di ostilità (rabbia e disgusto). "Immaginiamo cosa potrebbe causare nella vita di tutti i giorni - ha osservato Marco Battaglia, professore associato di psicologia clinica al San Raffaele - una nostra incapacità di comprendere da una semplice occhiata se chi abbiamo di fronte sia annoiato o sia in totale disaccordo con quanto stiamo dicendo"
Lo studio - si legge in una nota - si è sviluppato su tre livelli e ha coinvolto 150 scolari dai 7 ai 9 anni: inizialmente gli insegnanti hanno valutato la tendenza all'apprensione di fronte a cose nuove e il grado di ansia sociale dei piccoli. Poi un'equipe di psicologi, ignari delle valutazioni date dagli insegnanti, ha quantificato il grado di inibizione dei bambini, ad esempio attraverso il numero di commenti spontanei in presenza di un estraneo. Infine a tutti gli scolari è stato chiesto di identificare le espressioni dei loro coetanei, rappresentate in una serie di foto standardizzate.
I risultati di questa ricerca potranno migliorare le attività psicoterapeutiche per i bambini più ansiosi.

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Repubblica 3.3.04
LO STUDIO
Milano, ricerca del San Raffaele su un campione di 150 ragazzini. I risultati dopo un lavoro di 3 anni
Da bimbi timidi a adulti ansiosi tutta colpa di un malinteso
Scoperto il loro segreto: "leggono" male le facce degli altri
I piccoli confondono la rabbia con il disgusto e incontrano difficoltà nel decifrare l´ostilità
di CARLO BRAMBILLA


MILANO - Per i bambini più timidi, candidati a essere adulti ansiosi, c´è una strana espressione negli occhi di chi li guarda. Qualcosa di indecifrabile nel volto. Che fa loro sbagliare giudizio sulle reali intenzioni degli altri. Scambiare uno stato d´animo per un altro. E rendere difficili, qualche volta impossibili, le normali relazioni umane, fatte anche di linguaggi non verbali. E´ lì che si nasconde il segreto della timidezza: in un malinteso. Una difficoltà psicologica che ha una parziale base genetica e neurofunzionale. Lo ha scoperto un gruppo di ricercatori dell´Università Vita-Salute San Raffaele, coordinato dallo psicologo clinico Marco Battaglia, dopo un lavoro durato tre anni, su un campione di 150 scolari italiani, tra i 7 e i 9 anni. La ricerca è pubblicata nel numero di marzo del prestigioso Journal of the American Academy of Child & Adolescent Psychiatry.
Inizialmente i bambini sono stati valutati dai loro insegnanti, attraverso test psicologici che misurano quanto il temperamento tenda all´apprensione di fronte a cose nuove ed il grado di ansia sociale. Successivamente un´equipe di psicologi ha quantificato il grado di inibizione dei bambini attraverso una serie di parametri. Per esempio la difficoltà a prendere la parola davanti a un estraneo, o la capacità a partecipare a un gioco collettivo con un nuovo gruppo di coetanei. Infine tutti i bambini sono stati messi davanti a un computer ed è stato loro chiesto di riconoscere le espressioni dei coetanei in una serie di sei foto standardizzate. Con sei fondamentali espressioni del volto: la rabbia, la gioia, la paura, la tristezza, il disgusto e la sorpresa.
Inaspettato il risultato: tanto maggiore è il livello di timidezza registrato dagli insegnanti e dagli psicologi, tanti più sono gli errori di interpretazione delle immagini. «Ma i bambini timidi non sbagliano a caso - spiega Marco Battaglia. - Abbiamo rilevato che più sono timidi più hanno difficoltà a interpretare in particolare l´ostilità interpersonale. Confondendo la rabbia col disgusto. Nella continuazione dello studio, attualmente in corso, abbiamo misurato, con piccoli elettroencefalogrammi, un´attività cerebrale diversa davanti a immagini che rappresentano differenti stimoli affettivi. Un risultato che suggerisce come alla timidezza corrisponda una modalità neurofunzionale diversa. E caratteristiche parzialmente spiegabili in chiave genetica. Per molto tempo gli psicologi clinici hanno ipotizzato che il mondo interiore delle persone afflitte da ansia sociale dipendesse da aspettative negate rispetto al giudizio degli altri. Il risultato di questo studio suggerisce invece che vi possa essere una difficoltà nell´elaborazione della comunicazione interpersonale».
La ricerca apre la strada a nuovi test diagnostici dell´ansia sociale, un disturbo che colpisce fino all´8% della popolazione. E a psicoterapie mirate che aiutino i bambini più timidi a interpretare correttamente le espressioni del volto di chi li circonda. Ridiscutere i significati dei linguaggi non verbali. Rielaborare le istanze affettive. E farsi più coraggio.