Libertà 3.3.04
Riunione del cast con il regista piacentino, il 19 la “prima” verdiana
Bellocchio è all'opera
«Rigoletto anni '50, ma senza trasgressioni»
Sono iniziate ieri al Municipale [di Piacenza], con la riunione del cast, le grandi manovre di avvicinamento all'attesissimo debutto del Rigoletto di Verdi messo in scena da Marco Bellocchio. Si tratta della nuova produzione del teatro piacentino. L'opera sarà in scena venerdì 19 marzo alle 20.30 (turno A) con repliche domenica 21 in matinée alle 15.30 (fuori abbonamento) e martedì 23 alle 20.30 (turno B). Il baritono Roberto Gazale sarà Rigoletto. Il cantante capitanerà un gruppo di giovani artisti con già diverse esperienze in quest'opera. Gazale è ben noto al pubblico del Municipale per essere stato tra i protagonisti della Battaglia di Legnano e Stiffelio. «Rigoletto - dice - mi porta fortuna, l'ho cantato alla Scala, all'Arena, a Firenze, due volte secondo la tradizione e poi con regie anche stravaganti. Con il regista Bellocchio sarà sicuramente un'esperienza importante per mettere a fuoco il personaggio secondo un approccio più interiorizzato. E poi è sempre un piacere tornare a cantare in questo bel teatro». Il soprano Gladys Rossi, romagnola, è una giovanissima Gilda. Ha già affrontato il ruolo nell'edizione della Fondazione Toscanini a Busseto. «E' emozionante lavorare con un regista così importante come Bellocchio - dice - in un ruolo che mi piace tantissimo. E' stato il mio debutto assoluto e, senza essere superstiziosa, sono legata in modo particolare al personaggio». Il basso Riccardo Zanellato è chiamato a fare Sparafucile. Zanellato è una vecchia conoscenza dei piacentini. «L'ultima volta è stato in Aida - dice -facevo Ramfis. E' un piacere ritornare, ritrovare amici come Gazale, la piacentina Beretta e giovani colleghi con cui è stimolante lavorare, perché i giovani hanno più voglia di fare, di imparare. Mi interessa come lavora Bellocchio, un regista che viene dal cinema. Mi aspetto molto da questa nuova esperienza». Il soprano Giovanna Beretta vestirà i panni della Contessa di Ceprano. «E' una parte che conosco, l'ho già fatta a Busseto in una edizione originale, eravamo tutti quanti trasformati in uccelli. Con Bellocchio ho avuto il piacere di lavorare in occasione della realizzazione del film omaggio a Verdi Addio del passato. E' stata un'esperinza indimenticabile e sono felice di ritrovarmi a seguire i suoi insegnamenti». Nel ruolo di Marullo è chiamato il baritono Stefanos Koroneos, appena smessa la divisa di marinaio del Ballo in maschera. «Ho già affrontato il ruolo - dice - nella produzione di Busseto con la regia di Vittorio Sgarbi. Qui sarà tutto diverso, mi piace fare questa nuova esperienza da cui mi attendo molto». Il tenore David Miller vestirà invece i panni del Duca di Mantova, Rossana Rinaldi sarà Maddalena, Lorena Scarlata vestirà i panni di Giovanna, Andrea Patucelli sarà Montenerone, Antonio Petracco Borsa, Alessandro Battiato Ceprano. Dirigerà l'Orchestra della Fondazione Toscanini il maestro Gunter Neuhold, più volte sul podio al Municipale. Il Coro del Municipale sarà diretto, come sempre, dal maestro Corrado Casati. Marco Bellocchio racconta la sua visione d'insieme della storia sintetizzata da Francesco Maria Piave nel libretto dal romanzo di Victor Hugo Il re si diverte. «Ho scelto un'ambientazione più vicina a noi - anticipa il regista - per non ripetere gli stereotipi dell'opera lirica, per restituire piuttosto una dimensione domestica, nella quale lo spettatore si possa riconoscere. Anni Cinquanta, clima padano, un segno che non vuole avere il carattere della provocazione - raccomanda Bellocchio - un canto meno a “petto in fuori”». Il regista cita I Vitelloni di Fellini per dare immagini al suo dire, ai giovani interpreti. Cita certe atmosfere cittadine, il Carnevale quand'erano gli adulti ad andare in maschera. Marco Dentici, scenografo, ha una lunga collaborazione con il regista, in particolare negli ultimi film girati, La Balia, L'ora di religione E Buongiorno notte. «Si vuole evitare la frammentazione delle scene - dice - dare allo spettatore il senso della continuità temporale. Per questo abbiamo previsto cambi di scena a vista, passaggi veloci da esterno a interno, il gioco delle luci e dell'ombra a creare i piani. Insomma si vuole evitare la convenzione, però con soluzioni lineari, discrete, d'una modernità riconoscibile». In palcoscenico fervono i lavori, è montato un grande spazio a due livelli su cui si innestano gli elementi verticali. Ancora una volta una sfida contro il tempo, per questa festa a cui lo stesso Duca di Mantova è invitato. Gian Carlo Andreoli
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Dal 2007 - poi - alla sua caratteristica originaria di libera espressione del proprio ideatore, «Segnalazioni» ha unito la propria adesione alla «Associazione Amore e Psiche» - della quale fu fra i primissimi fondatori - nella prospettiva storica della realizzazione della «Fondazione Massimo Fagioli»