mercoledì 24 marzo 2004

Sanguineti e Vattimo a Genova

Repubblica, ed. di Genova 24.3.04
Al convegno "Biologia moderna & visioni dell´umanità" un forte richiamo del poeta ai "camici bianchi al di fuori della Storia"
Sanguineti, la scienza e la sferza
"Ricercatori, chiedetevi per chi e con quale fine state lavorando"
Il filosofo Vattimo ha scelto Genova per ufficializzare la propria candidatura con i Comunisti italiani al Parlamento europeo
di MICHELA BOMPANI


«Scelgo Genova, capitale europea della cultura, per lanciare la mia prossima candidatura al Parlamento europeo»: lo ha annunciato ieri il filosofo ed europarlamentare Gianni Vattimo, a margine del convegno internazionale "Biologia moderna & visioni dell´umanità", a Palazzo Ducale. Mentre sferza i «camici bianchi al di fuori della Storia», il poeta Edoardo Sanguineti. Ne rispetta profondamente il lavoro, ma sente il bisogno di richiamare, nella sessione pomeridiana, gli scienziati: «Quanto costano le ricerche biologiche? E sono al servizio di chi? Questo si devono chiedere i ricercatori nei laboratori».
Vattimo s´impegna: tra qualche settimana, tornerà a Genova per trascorre alcuni giorni, godersi la capitale europea e presentarsi ufficialmente ai nastri di partenza della corsa al parlamento Ue, per i Comunisti italiani (dopo essersi allontanato dall´area Ds).
E il filosofo ha contrappuntato di stoccate politiche, la sua dissertazione su scienza, etica e democrazia, ieri mattina. «Una legge indecente - ha detto Vattimo - quella italiana sulla fecondazione assistita, le donne non devono essere costrette a portare avanti una gravidanza, se il feto ha malformazioni». Si schiera fortemente sulla libertà di utilizzo, per l´estrazione di cellule staminali, dagli embrioni congelati. Non ci si può richiamare al "rispetto della natura" per intralciare la ricerca scientifica, spinge Vattimo: «Perché è per natura che nei tessuti si formano i tumori: allora, per rispetto della natura, dovremmo forse non curarli?». La natura, definisce il filosofo, nella tenzone tra scienza ed etica, «è soltanto un pretesto, con cui giustifichiamo il rifiuto delle nostre responsabilità». Traccia l´arco della vita dell´uomo, Vattimo, davanti ai cinquecento partecipanti al convegno, scienziati, sociologi, filosofi venuti dalle università ai quattro angoli del mondo: punta il dito su importanti snodi etici contemporanei, all´inizio e alla fine di essa. Aborto terapeutico ed eutanasia. «Credo che per quanto riguarda l´embrione, debba essere la madre a dover decidere, liberamente, ma supportata da psicologi dei servizi sociali - conclude Vattimo - e poi sono convinto che l´uomo debba avere, altrettanto liberamente, la possibilità di morire degnamente. Qualche passo avanti si è fatto, però, in questa direzione almeno con il testamento genetico».
Fa riflettere, segno dei tempi, che anche Vattimo abbia sentito la necessità di tornare più volte sul tema dell´aborto, a ribadire l´intoccabilità della legge 104, così come hanno fatto, nei due giorni di convegno, quasi tutti i relatori, mettendolo vicino alle più frementi problematiche contempornaee, clonazione, bioingegneria, ogm.
Edoardo Sanguineti ha ribadito le perplessità, sulle discussioni del convegno, che aveva confessato in platea, mercoledì. Ieri, infatti, le ha appesantite e rovesciate dal tavolo dei relatori, ieri: «Ho sentito scienziati che parlavano da scienziati - dice - con uno spirito corporativo, senza curarsi di ciò che accade al di fuori dei laboratori: il vero problema oggi è la responsabilità politica della scienza. C´è la guerra, il terrorismo, gli scienziati hanno responsabilità politica. Perché, scienza e lettere, da sempre, sono naturalmente impegnati ideologicamente». Lo chiama "l´isolamento del biologo", il martello che riduce in cocci quello che dovrebbe essere un cerchio armonico tra etica e scienza: il poeta mette in guardia gli scienziati, la loro responsabilità morale, che è politica, li deve portare non soltanto a condurre diligentemente il loro lavoro, ma anche a chiedersi per chi, e con quale fine, lo stanno facendo.