una segnalazione di P. Cancellieri
Il Messaggero Martedì 6 Aprile 2004
Roma festeggia i quarant’anni di Ebla
di MARIA GRAZIA FILIPPI
PRIMA le città nascevano soltanto accanto alle acque dei grandi fiumi. Dopo le città furono di terra, di agricoltura estensiva e di oliveti sterminati. In mezzo c’è Ebla, la città siriana più famosa al mondo grazie agli scavi di Paolo Matthiae, il professore dell’ateneo romano “La Sapienza” che dal 1964 ha indagato anno per anno, ogni anno, la collina di Tell Mardikh, fino a scoprire quello che nessuno prima aveva scoperto. Cioè che con Ebla, nel terzo millennio avanti Cristo, si rivoluziona il concetto stesso di città. Ieri e oggi “La Sapienza”, ma più in generale il mondo scientifico, festeggiano questo quarantennale e i prestigiosi ritrovamenti avvenuti nel frattempo. E lo fanno alla maniera degli studiosi. Cioè con una due giorni di convegni (ieri al Rettorato, oggi all’Accademia Nazionale dei Lincei) fitta di interventi, moltissimi di archeologi stranieri venuti a tributare ad Ebla proprio questo ruolo di unicum e al suo scopritore quello di sapiente lettore dei messaggi dell’antichità. E già ieri mattina si respirava aria di scavi e sole a picco dai resoconti dell’ultima campagna di scavo effettuata, come sempre da 40 anni a questa parte, dal mese di giugno a quello di ottobre. «L’ultimo anno è servito a portare definitivamente alla luce il Palazzo Meridionale – ha spiegato Matthiae – nel quale abbiamo riconosciuto la residenza del Gran Visir, un alto dignitario della corte che svolgeva il delicatissimo compito di coordinatore dei messaggeri. Tanto che nel palazzo è stata ritrovata una scuderia con vasche per far abbeverare i cavalli utilizzati per gli spostamenti». Ma insieme al Palazzo Meridionale, 1200 metri quadrati completamente scavati, è emersa anche la certezza che la cittadella di Ebla, che domina dalla collina, era circondata da un anello di palazzi e templi che si stendevano ai suoi piedi «e in questo senso proseguiranno gli interventi, partendo già dalla prossima missione con un saggio esplorativo al quale seguiranno gli scavi veri e propri». Novità in vista anche per il parco archeologico di Ebla, già attivo dal 2002 quando si inaugurò un’area che copriva il 60% delle architetture scavate e restaurate. «La prossima missione, in partenza per giugno, continuerà i restauri delle strutture restanti con l’intento di portarli a termine entro due anni – ha spiegato ancora Matthiae – interventi delicati studiati per rendere leggibili gli edifici e la loro storia». Contemporaneamente si completeranno i tre itinerari che, all’interno dei 60 ettari di superficie complessiva, permetteranno di visitare l’antica città siriana, con percorsi di breve, media e lunga durata.
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