martedì 6 aprile 2004

Harvard: la rimozione... chimica

MEDICINA/ TESTATA UNA PILLOLA PER DIMENTICARE CATTIVI RICORDI
APCOM 05/04/2004 - 22:35
Harvard vuol curare traumi dei soldati e vittime del terrorismo


New York, 5 apr. (Apcom) - Stress, incidenti, traumi, dolori: presto dimenticarli potrebbe esser semplice come bere un bicchier d'acqua. Il centro di ricerca del Massachusetts General Hospital di Boston sta sperimentando un farmaco in grado di far pulizia tra i cattivi ricordi, curarli come oggi facciamo con la tosse e il raffreddore.
La pillola per dimenticare, cui la rivista dell'universit? di Harvard dedica un lungo approfondimento, sarebbe destinata alle persone che soffrono per le conseguenze di esperienze traumatiche come i ricordi di guerra, che hanno subito stupri, le vittime di bombardamenti o di terribili incidenti automobilistici, ustioni, pestaggi, lutti, tutti apparentemente impossibile da lasciarsi alle spalle.
Incubi e i disordini post traumatici fino ad oggi sono stati curati per mezzo della psicoterapia, non sempre in grado di alleviare le sofferenze dei pazienti e con periodi di cura molto lunghi. Roger Pitman, docente di psichiatria presso la scuola di medicina di Harvard ritiene che queste persone possano essere aiutate da nuovi farmaci in fase di sperimentazione.
"Credo - ha spiegato il professore - che presto troveremo una cura in grado di ridurre i disordini post traumatici in maniera sostanziale". Pitman e i suoi colleghi stanno testando una sostanza chiamata propranolol su 41 persone che hanno sperimentato incidenti automobilistici, aggressioni o traumi abbastanza seri da essere stati trattati dal pronto soccorso del Massachusetts General Hospital. L'obiettivo e' capire se il farmaco, a sei settimane dell'episodio, sia in grado di avere un effetto positivo sulla salute del paziente.
Tre mesi dopo il fatto i pazienti trattati con placebo avevano ancora paura di entrare in un'automobile. I pazienti avevano ancora incubi, sudori notturni e il polso accelerato tutte le volte che si sedevano dietro il volante, specialmente nel luogo dell'incidente. Quanti al contrario erano stati trattati con propranolol avevano meno problemi.
I risultati della sperimentazione sarebbero sorprendenti: a 90 giorni dall'incidente le vittime sono tornate in ospedale per un controllo. 22 avevano assunto propranolol quattro volte al giorno per dieci giorni mentre 14 di esse sono state curate con un placebo. Ai pazienti e' stato quindi fatto ascoltare un nastro in cui avevano in precedenza raccontato l'incidente. Quanti erano stati curate dal farmaco non hanno mostrato particolari reazioni al nastro, quelli trattati con placebo hanno invece avuto un ulteriore shock nel ricordo del dramma.
Pitman e' convinto che il propranolol possa essere usato in futuro per curare i soldati traumatizzati dai combattimenti in Iraq e in Afghanistan, le vittime di aggressioni sessuali, anche i bambini, e quelle di attentati terroristici. Ma per il momento Pitman raccomanda prudenza, prima di poter commercializzare il farmaco occorre estendere i test a un numero maggiore di persone.

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