mercoledì 14 aprile 2004

neuroscienze americane: lobi e genialità

Eco di Bergamo 14.4.04
Il lampo di genio si accende nel lobo destro del cervello


Il lampo di genio è di casa nel cervello ed ora è stata localizzata l'area in cui si accende la famosa lampadina, quella che ha portato alcuni grandi della scienza a invenzioni o scoperte importantissime, e che aiuta tutti noi a risolvere in un batter d'occhio grattacapi impossibili.
La lampadina si trova nel lobo temporale destro, svelano sulla rivista PLoS Biology Mark Jung-Beeman ed Edward Bowden delle Northwestern University e John Kounios della Drexel University, dove, senza che noi ce ne rendiamo conto, le informazioni a disposizione per risolvere un certo dilemma sono rielaborate in modo nuovo e la nostra confusione prende forma d'un tratto trasformandosi nella soluzione agognata. A noi arriva solo il risultato intuitivo, come se venisse da lontano, improvviso. Secondo gli scienziati la scoperta è importante non solo perchè aiuta a collocare i centri nervosi dell'intuizione ma anche perchè la natura di quest'area potrebbe essere alla base delle differenze individuali nell'intuito. «Per tanto tempo si è detto che l'intuizione è qualcosa di diverso dal risolvere linearmente un problema - ha commentato Jung-Beeman - noi crediamo questa sia la prima ricerca che mostri differenze nei meccanismi neurali che conducono a scoperte decisive».
La scoperta delle basi neurali dell'intuizione deriva da una doppia serie di esperimenti condotti dagli scienziati su alcune persone che dovevano risolvere dei «dispettosi» giochi di parole creati ad hoc per risvegliare il loro intuito. Dovevano leggere tre parole e pensarne una quarta che con tutte e tre potesse formare un vocabolo composto. E dovevano dire quando sentivano che l'intuizione fosse andata loro in aiuto, quando no. Nel frattempo gli scienziati misuravano l'attività cerebrale dei soggetti con la risonanza magnetica funzionale, una specie di telecamera che «spia» il cervello in funzione e rileva le aree in attività. Così hanno visto che in concomitanza con il saltar fuori di soluzioni intuitive una ristretta parte del lobo temporale destro, il «giro temporale anteriore superiore», è più attiva rispetto a quando la soluzione viene senza accendere la lampadina.
In un secondo tempo invece hanno usato un elettroencefalogramma per vedere a che tipo di onde elettriche corrispondesse l'uso dell'intuito. Circa un terzo di secondo prima che la lampadina si accenda l'apparecchio registra, un fortissimo aumento di onde nella banda gamma, cioè ad alta frequenza, proprio nell'area scoperta con la risonanza. Queste onde riflettono la messa in atto di un processo di elaborazione cognitiva complessa. Inoltre in un'altra regione, la corteccia posteriore destra, circa un secondo e mezzo prima dell'arrivo della soluzione intuitiva si ha un forte aumento di onde a bassa frequenza, o in banda alfa, legate a stato di rilassamento o riposo della mente. Queste cessano proprio quando iniziano dall'altra parte le gamma, precisano gli esperti, facendo pensare che ci sia un momento in cui il cervello si svuota spianando la via all'intuito, come se a un certo punto noi chiudessimo gli occhi e semplicemente aspettassimo l'arrivo da lontano della risposta a lungo cercata.
Quando tentiamo di ricordare una cosa, un nome, oppure quando cerchiamo la soluzione a un problema complesso, dopo aver provato in mille modi per ore, ci arrendiamo, arrivando ad un momento di impasse. Dopodiché, se siamo abbastanza intuitivi, la nebbia in un instante si dirada e, voilà, ecco la soluzione.