giovedì 6 maggio 2004

"bulimia nervosa"

una segnalazione di Paolo Izzo

Agenzia Radicale 6.5.04
Il Trattamento Integrato della Bulimia Nervosa
di Maurizio Mottola


Mercoledì 5 maggio 2004 si è svolto a Napoli all’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici il corso di formazione IL TRATTAMENTO INTEGRATO DELLA BULIMIA NERVOSA, organizzato dall’Unità Operativa Salute Mentale del Distretto Sanitario 44 Azienda Sanitaria Locale Napoli 1. Molteplici le relazioni svolte:

· Inquadramento nosografico;
· Profilo neuroendocrino;
· Profilo neurorecettoriale;
· La terapia nutrizionale;
· La terapia farmacologia;
· Il trattamento integrato in ambiente residenziale riabilitativo;
· L’approccio cognitivo-comportamentale;
· Il panico di “oziare sugli allori”: l’impossibilità del “riconoscere il bicchiere mezzo pieno”;
· Setting familiari nei disturbi bulimici;
· L’esperienza di terapia di gruppo ad orientamento cognitivo-comportamentale presso l’U.O.S.M. – D.S. 44 ASL NA 1.


“Mal di cibo”: mangiare sempre meno fino a smettere del tutto oppure divorare grandi quantità di cibo e poi liberarsene con il vomito sono espressioni di un insieme di patologie strettamente collegate tra loro e per questo raggruppate come “disturbi del comportamento alimentare” (DCA). Queste malattie si stanno estendendo a fasce di soggetti sempre nuovi: in Italia sono 460.000 le donne di età compresa tra i 12 ed i 25 anni affette da disturbi di questo tipo, che corrispondono a circa il 10% della popolazione femminile. I casi nuovi ogni anno sono 8.000, senza distinzione di classi sociali.
Quanto a bulimia ed anoressia in senso stretto, ben 65.000 sono i malati gravi, in particolare tra le giovani donne di età compresa tra i 12 ed i 18 anni, e negli ultimi tempi è stata segnalata una progressiva diffusione del problema anche in ambiti ritenuti in precedenza non coinvolti e cioè gli adolescenti maschi e -da ultimo- le bambine sotto i 12 anni e le donne oltre i 40 anni.
Chi è affetto da bulimia nervosa ha lo stesso desiderio di magrezza dell’anoressico, ma ha un comportamento meno “disciplinato”, più impulsivo e non riesce a tollerare la disciplina ferrea richiesta da un’alimentazione ridotta. Per questo motivo si riempie di cibo in modo abnorme, costringendosi poi ad eliminarlo attraverso il vomito e facendo uso di lassativi e diuretici oppure praticando esercizio fisico prolungato o digiuno e sentendosi “in colpa” per la propria “incapacità” di raggiungere il grado di magrezza desiderato. Si tratta di un disturbo serio e nello stesso tempo subdolo, dal momento che chi ne è affetto tende a mentire ed a negare drasticamente l’esistenza del problema e dal momento che non vi sono sul fisico -a differenza dell’anoressia- effetti vistosi che possano mettere in allarme: la persona bulimica infatti non è soggetta a particolari variazioni di peso.
Per la possibile guarigione di tali disturbi occorre un approccio multidisciplinare che comprenda la convergenza della terapia nutrizionale, della terapia farmacologia, della psicoterapia individuale e di gruppo e nei casi particolarmente gravi il ricovero in ambiente residenziale riabilitativo.