venerdì 21 maggio 2004

lettere sulla malattia mentale

Repubblica 21.5.04
La malattia mentale scaricata sulle famiglie
di CORRADO AUGIAS


Gentile dottor Augias, grazie per avere pubblicato la lettera dello "psichiatra di campagna" Luciano Delzotti. Grazie per aver avuto il coraggio di pubblicare una lettera onesta e sincera, anche se politicamente non corretta! Da 20 anni convivo con un figlio molto malato, ho fondato nel 1987 un'associazione di familiari e volontari che è divenuta la più importante e diffusa del Piemonte, confederata con associazioni di tutta Italia, soprattutto ho ascoltato in 18 anni di attività centinaia e centinaia di famiglie e di operatori.
Da sempre mi reputo di sinistra ma mi sono sempre domandata perché la sinistra non vuole comprendere che la psichiatria può e deve essere migliorata non snaturando la 180, ma con mirate integrazioni che tengano conto dei malati non consapevoli e sovente non gestibili in famiglia. Abbiamo un documento di 18 punti firmato da 25 associazioni italiane che abbiamo anche portato alla commissione Affari sociali, ma sono sicura resterà lettera morta.
Anche la tragedia dei malati di mente e delle loro famiglie viene strumentalizzata dalle forze politiche. La lettera del dottor Delzotti, così coraggiosa, giusta e umana, mi ha ridato un po' di speranza; esiste una fascia di malati gravi, non collaborativi, non curabili che ipocritamente non vengono considerati dalla normativa, di fatto sia loro che le loro famiglie sono abbandonati. Sono tanto stanca e angosciata.
Maria Luisa Gentile
Associazione difesa malati psichici - Piemonte


D ottor Augias, rispondendo al dottor Delzotti lei non è entrato nel merito "per manifesta incompetenza". Le faccio presente che la pratica dell'elettrochoc (più diffusa di quanto non si creda) viene eseguita senza anestesia in pazienti non solo non consenzienti ma recalcitranti e presi con forza come animali da macellare. Una violenza ripugnante, definibile solo come tortura. Quanto all'aspetto più interessante, quello psicodinamico, il dottor Delzotti parla di miglioramenti clinici che noi sappiamo dovuti alla barbarie praticata che ha soddisfatto le parti più malate del paziente, la voglia di essere punito, colludendo con esse e non aiutandolo a comprendere che il più doloroso disagio psichico è un modo masochista di vivere la propria realtà e sadico nei confronti degli altri (ad esempio, parenti).
Il sadismo non è mai terapeutico e la soluzione non è il numero degli operatori (se sadici) ma la loro qualità; il trattamento delle psicopatologie è scienza e richiede formazione e maturità personale molto elevate da trasferire a pazienti da crescere come propri figli, non lo dico per retorica ma per prassi quotidiana.
Antonio De Rosa
Dipartimento Salute mentale, Lecce


Di fronte a opinioni così lontane posso solo ribadire la mia incompetenza nel merito. So però, anche per dolorose vicende di persone vicine, quanto sia difficile la situazione di una famiglia con un malato mentale in casa. Lo conferma con fermezza la stessa signora Gentile. Sono convinto della buona fede e delle ottime intenzioni degli psichiatri e la parola elettrochoc è spaventosa. Se però devo scegliere tra l'opinione dei medici e quella di una madre di famiglia opto per la madre di famiglia. Non per demagogia ma perché a nessuno dovrebbe essere imposto un tale carico di responsabilità e di pena.