sabato 5 giugno 2004

anoressia a Roma

il Messaggero Sabato 5 Giugno 2004
IL DIETOLOGO
«Quindicimila le ragazze romane che sono ossessionate dal cibo»
di M. Gi.


Quindicimila ragazze romane colpite dall’anoressia o dalla bulimia. La gran parte dei casi rimangono contenuti tra le mura domestiche e pochi finiscono in un centro specializzato come quello del San Camillo. «Offriamo questo servizio dal giugno scorso e abbiamo in cura un centinaio di pazienti - spiega Bruno Leonetti, dietologo e direttore del centro - attraverso un piano terapeutico integrato, cioè con la collaborazione di dietologi, dietisti ma anche psicologi e psichiatri che quotidianamente aggiornano la situazione dei pazienti. Abbiamo due posti letto in day hospital per la nutrizione via flebo ma normalmente vengono seguite una decina di persone al giorno comprese coloro che effettuano una psicoterapia nutrizionale vera e propria insieme a noi».
Dall’anoressia è difficile guarire e i casi più semplici sono quelli legati al voler rassomigliare per forza alle modelle. «Sono però il 10 per cento dei casi - aggiunge Leonetti - mentre tutti gli altri hanno radici che affondano in disagi familiari: il padre delle nostre pazienti è spesso assente e la madre si intromette nella vita delle ragazze in modo prepotente. La malattia inizia quasi sempre come la tossicodipendenza: la ragazza è sicura di poter dominare il fenomeno, di utilizzare l’alimentazione per richiamare il papà o per porre limiti alla mamma, ma all’improvviso perde il controllo e il sintomo prende il sopravvento. E così si verificano gravi alterazioni della percezione del corpo, le ragazze si vedono grasse nonostante siano magrissime e lo specchio restituisce loro un’immagine di donna obesa in una sorta di sfida alla magrezza che però non arriva mai. Il fenomeno dell’anoressia è sotterraneo, secondo le ultime statistiche colpisce dall’1 al 3 per cento della popolazione fino a punte del 5 nella bulimia». Ma da queste malattie si guarisce? «Se è solo un problema di emulazione delle modelle è possibile, quando ci sono anche problemi familiari - risponde lo specialista - è più difficile perché bisogna cominciare a ristabilire i giusti equilibri nelle famiglie».