mercoledì 7 luglio 2004

TSO:
un comunicato di Psichiatria Democratica

Vita 5.7.04
Psichiatria: allarme per le nuove Linee Guida sul TSO
Sono state emanate dalla Conferenza Stato-Regioni: Psichiatria Democratica le definisce "di eccezionale gravità"
di Benedetta Verrini


E' di nuovo allarme nel mondo degli operatori sociali e delle organizzazioni che si occupano di psichiatria: Psichiatria Democratica denuncia che il 19 maggio scorso la Conferenza Permanente Stato - Regioni ha inviato a tutti i Presidenti delle Regioni un documento recante "Linee guida sull'applicazione di accertamenti e trattamenti sanitari obbligatori per la malattia mentale ai sensi degli articoli 34 e 35 della legge 23 dicembre 1978, n. 833".
Un documento definito "di eccezionale gravità" perché, sempre secondo Psichiatria Democratica, "lo strumento dell'Accertamento Sanitario Obbligatorio (ASO) può essere utilizzato dallo psichiatra - secondo le suddette linee- guida- anche quando si verifica "il rifiuto del soggetto interessato a recarsi presso il Servizio…, laddove si sia realizzata un'interruzione non concordata del programma terapeutico e ciò possa determinare una prevedibile riacutizzazione o ricaduta sintomatologica". A quali strumenti , ci chiediamo, ci si affiderebbe  perchè si possa determinare la "prevedibile riacutizzazione" :secondo quali parametri? con quali certezze?".
Basterebbe, fa notare l'associazione, che il paziente si rifiuti di recarsi al servizio, per costringerlo a sottoporsi obbligatoriamente all'accertamento sanitario.
Ma c'è di più: è previsto che "il TSO extraospedaliero possa realizzarsi presso strutture semiresidenziali o residenziali afferenti al Dipartimento di Salute Mentale".  "Siamo di fronte all'ignoranza delle più elementari regole di applicazione di una legge e delle  funzioni svolte dalle strutture di un DSM" prosegue PD. "Possono mai essere trattati i pazienti acuti (per definizione quelli in TSO) in strutture deputate alla riabilitazione, come sono appunto quelle residenziali e semiresidenziali? Come può una struttura semiresidenziale, che è attiva solo di giorno, trattare un paziente in TSO che necessita di cure 24 ore su 24?"
E' previsto che laddove le prestazioni contenute nei LEA "non siano fruibili nella regione di  residenza…le stesse possono essere usufruite, previa attestazione del DSM competente, presso i Servizi pubblici o privati accreditati sul territorio nazionale". "Questo è in contrasto con lo spirito delle leggi vigenti nazionali e regionali in materia psichiatrica, con i due Progetti- Obiettivo "Tutela della Salute Mentale"" spiega ancora PD. "Tutta la normativa ha sempre evidenziato l'importanza di assicurare la continuità terapeutica nel trattare il disagio là dove nasce, di sviluppare un rapporto costante con il territorio d'appartenenza, per favorire i processi d'inserimento sociale e lavorativo e per lottare contro il pregiudizio. Ciò non è possibile se si afferma la tendenza a deportare gli utenti in luoghi lontani dalla propria comunità e dai propri affetti. L'emigrazione ha già arrecato tanti danni, quella psichiatrica può causarne ancora di più".
  Psichiatria Democratica denuncia, dunque, il tentativo da parte del Governo di introdurre attraverso queste assurde "linee- guida", quelle misure già contenute nella proposta di legge Burani- Procaccini, caratterizzate da aspetti pesantemente illiberali, che rilanciano le strutture della cronicità, insieme agli interessi dei privati.
"E', necessario, allora, che le stesse organizzazioni e gli stessi cittadini che si sono opposti alla revisione della legge 180 e che in  migliaia e migliaia  hanno sottoscritto, nei mesi addietro, l'appello di Psichiatria Democratica, insieme a tutti coloro che hanno a cuore le libertà sancite dalla nostra Costituzione, boccino con forza queste indicazioni governative palesemente contrarie ai più elementari diritti delle persone" conclude il comunicato di PD.