mercoledì 22 settembre 2004

alla scuola del prof. G.B.Cassano
effetti degli psicofarmaci

Repubblica 22.9.04
IL CASO
Monsummano Terme, al via il processo a dottoressa pisana
"A mia figlia farmaci sbagliati quella psichiatra l'ha rovinata"
"L´hanno usata come cavia la mia bambina di 11 anni. Per curare la sua obesità non servivano psicofarmaci antiepilettici"
DAL NOSTRO INVIATO
MAURIZIO BOLOGNI

MONSUMMANO TERME (Pistoia) - «Quella dottoressa voleva far dimagrire mia figlia con uno psicofarmaco per l´epilessia. Ha usato una ragazzina di 11 anni come cavia, ha fatto sperimentazione senza informarmi. Il risultato: mia figlia non perse un chilo dei 120 che pesava ma soprattutto si è ammalata, aveva febbre, dormiva sempre, vomitava e sbavava, le sono rimasti problemi alla vista, calcoli ai reni e alla cistifellea, ha avuto allucinazioni. Un giorno andò dalla preside a denunciare il professore di musica: ?Chiude i compagni di classe nei sacchi della spazzatura, li nasconde negli armadi e poi li getta nei cassonetti´ le raccontò». La deposizione di una mamma di Firenze e i suoi sfoghi fuori dall´aula di tribunale hanno aperto ieri a Monsummano Terme (Pistoia) il processo a Donatella Marazziti, 48 anni, professore di psichiatria all´Università di Pisa, allieva della celebre scuola del professor Giovan Battista Cassano, accusata dal pm Ornella Galeotti di lesioni volontarie aggravate per i danni che nel 1999 la cura dimagrante da lei prescritta avrebbe provocato alla ragazzina. La dottoressa, assistita dagli avvocati Tullio Padovani e Claudio Casciani, si difende: «Tre periti del tribunale hanno escluso malattie della ragazzina riconducibili alla cura, la cui efficacia è dimostrata da migliaia di casi di obesità trattati con successo. Nessuna carta lo prova, ma io informai la mamma sulla natura della terapia».
La cura era a base di Fevarin (fluvoxamina), un antidepressivo, e Topamax (topiramato), indicato terapia per adulti e bambini nell´epilessia, ammesso per la cura dell´obesità ma solo in via sperimentale e con il consenso dei familiari. E´ questo il farmaco al centro della battaglia che travalica il processo. «Dopo un mese di cura mia figlia stava già male e la dottoressa decise di raddoppiare la dose: da 200 a 400 milligrammi di Topamax al giorno» ha raccontato la mamma assistita dall´avvocato Luca Cianferoni. «Poi, quando tolsi gli psicofarmaci a mia figlia dopo meno di cinque mesi, lei spaccò un vaso, divenne violenta, voleva che continuassi a darle le pasticche, ormai era una tossicodipendente. Non voglio che capiti ad altri» racconta la donna. E´ insomma un processo che infuoca temi caldi. E´ di pochi giorni fa la notizia che secondo la più rispettata istituzione medico-farmacologica americana, la Food and drug administration (Fda), l´uso di antidepressivi come il Prozac nei bambini aumenta i rischi di comportamenti suicidi del doppio rispetto alla media. E la Fda chiede all´amministrazione Usa di prevedere una etichettatura speciale con cornice nera sulla confezione analoga a quelle «il fumo uccide».

LA CAMPAGNA
Firme contro gli psicofarmaci ai bambini

FIRENZE. Domani il Comitato dei cittadini per i diritti dell'uomo invierà al Senato oltre 2.500 firme, raccolte in città contro l'abuso di psicofarmaci sui bambini e contro la loro classificazione come soggetti disturbati. «È una campagna di sensibilizzazione su ciò che avviene negli Stati Uniti, dove a sei milioni di bambini iperattivi viene somministrato il Ritalin - sostiene il comitato - Possibile che sei milioni di minori, in una sola nazione, siano affetti da questo disturbo?». Il gruppo si batte inoltre per evitare che questo sistema di diagnosi e di terapia possa essere esteso anche in Italia.