Repubblica 7.9.04
L´INTERVISTA
Angelo Vescovi, professore di biologia cellulare
"Cellule moltiplicate in laboratorio la scienza ha vinto una grande sfida" "Un bimbo di cinque anni ha vinto una malattia terribile: un giorno importante"
MILANO - Il professor Angelo Vescovi, docente di biologia cellulare all´Università Statale della Bicocca, è il responsabile del centro di ricerca sulle staminali del San Raffaele di Milano.
Professore, qual è il suo giudizio su questa nuova terapia?
«Sono entusiasta. Questa è una grande vittoria dell´umanità. I medici hanno vinto una sfida importante ma quel che conta è che c´è un bambino guarito, che sta bene».
Questo è uno dei primi significativi risultati sul fronte delle terapie a base di cellule staminali?
«Direi proprio di sì. Dopo anni in cui non si è fatto altro che dire "salveremo il mondo" con le terapie staminali, creando speranze e attese nei malati, adesso possiamo parlare di una terapia vera, disponibile, che si può utilizzare».
Ciò significa che si apre una nuova era in campo medico?
«Sì, con le cellule staminali si vanno a riparare i tessuti danneggiati, riproponendo quello che avviene in natura e che, per strani meccanismi, si interrompe».
Ma dove sta l´eccezionalità dell´intervento messo a punto dai medici degli ospedali di Milano e Pavia?
«Tutti i ricercatori sanno quanto è difficile moltiplicare questo tipo di cellule staminali. Oppongono resistenze incredibili, sono refrattarie alle manipolazioni. E il fatto che i nostri colleghi siano riusciti a trovare la chiave per espandere e potenziare queste cellule, è davvero un grande evento».
La possibilità di moltiplicare in laboratorio le cellule consente quindi di poter curare più persone?
«Certo. Perché utilizzando il sangue placentare potenziato si è scoperto che non solo è efficace e che la cura funziona ma che questa materia prima preziosissima si può produrre in laboratorio. Un risultato davvero eccellente».
Dunque il caso del bambino lombardo guarito dalla talassemia grazie al trapianti di cellule staminali è destinato a segnare una tappa fondamentale nella storia della scienza?
«Non c´è dubbio. Ripeto: per noi ricercatori è un giorno importante. Perché c´è un bimbo di cinque anni che ha sconfitto una malattia dura e terribile e che potrà dire grazie anche ai suoi fratellini gemelli».
Dopo i risultati ottenuti a Milano e a Pavia, il ministro Sirchia ha riaperto la polemica contro chi propone l´uso di cellule embrionali. Cosa ne pensa?
«Il bimbo talassemico è guarito con l´uso di staminali adulte e questo è un risultato indiscutibile. Però è evidente che anche le cellule embrionali possono offrire strade interessanti per chi fa ricerca. Ma su queste è in atto uno scontro di tipo etico e, per ora, la spirale delle polemiche rabbuia tutto».
Che fare?
«Per un giorno almeno festeggiamo una vittoria, quella di un bimbo che grazie a medici e ricercatori non è più malato».
(l.a.)
L´INTERVISTA
Angelo Vescovi, professore di biologia cellulare
"Cellule moltiplicate in laboratorio la scienza ha vinto una grande sfida" "Un bimbo di cinque anni ha vinto una malattia terribile: un giorno importante"
MILANO - Il professor Angelo Vescovi, docente di biologia cellulare all´Università Statale della Bicocca, è il responsabile del centro di ricerca sulle staminali del San Raffaele di Milano.
Professore, qual è il suo giudizio su questa nuova terapia?
«Sono entusiasta. Questa è una grande vittoria dell´umanità. I medici hanno vinto una sfida importante ma quel che conta è che c´è un bambino guarito, che sta bene».
Questo è uno dei primi significativi risultati sul fronte delle terapie a base di cellule staminali?
«Direi proprio di sì. Dopo anni in cui non si è fatto altro che dire "salveremo il mondo" con le terapie staminali, creando speranze e attese nei malati, adesso possiamo parlare di una terapia vera, disponibile, che si può utilizzare».
Ciò significa che si apre una nuova era in campo medico?
«Sì, con le cellule staminali si vanno a riparare i tessuti danneggiati, riproponendo quello che avviene in natura e che, per strani meccanismi, si interrompe».
Ma dove sta l´eccezionalità dell´intervento messo a punto dai medici degli ospedali di Milano e Pavia?
«Tutti i ricercatori sanno quanto è difficile moltiplicare questo tipo di cellule staminali. Oppongono resistenze incredibili, sono refrattarie alle manipolazioni. E il fatto che i nostri colleghi siano riusciti a trovare la chiave per espandere e potenziare queste cellule, è davvero un grande evento».
La possibilità di moltiplicare in laboratorio le cellule consente quindi di poter curare più persone?
«Certo. Perché utilizzando il sangue placentare potenziato si è scoperto che non solo è efficace e che la cura funziona ma che questa materia prima preziosissima si può produrre in laboratorio. Un risultato davvero eccellente».
Dunque il caso del bambino lombardo guarito dalla talassemia grazie al trapianti di cellule staminali è destinato a segnare una tappa fondamentale nella storia della scienza?
«Non c´è dubbio. Ripeto: per noi ricercatori è un giorno importante. Perché c´è un bimbo di cinque anni che ha sconfitto una malattia dura e terribile e che potrà dire grazie anche ai suoi fratellini gemelli».
Dopo i risultati ottenuti a Milano e a Pavia, il ministro Sirchia ha riaperto la polemica contro chi propone l´uso di cellule embrionali. Cosa ne pensa?
«Il bimbo talassemico è guarito con l´uso di staminali adulte e questo è un risultato indiscutibile. Però è evidente che anche le cellule embrionali possono offrire strade interessanti per chi fa ricerca. Ma su queste è in atto uno scontro di tipo etico e, per ora, la spirale delle polemiche rabbuia tutto».
Che fare?
«Per un giorno almeno festeggiamo una vittoria, quella di un bimbo che grazie a medici e ricercatori non è più malato».
(l.a.)