Corriere della Sera 7.9.04
RICERCA E MALATTIE
La scienza si incrocia ancora una volta con la questione etica
Edoardo Boncinelli
La combinazione di trattamenti medici sempre più potenti e mirati e di metodologie genetiche e molecolari per la sua diagnosi prenatale e precoce ha portato a un cambiamento radicale del quadro clinico. Almeno nei Paesi più sviluppati, i talassemici vengono oggi messi in grado di condurre una vita quasi normale, a patto che seguano scrupolosamente un piano di medicazioni ambulatoriali e che si attengano a certi consigli. Si è aperta più recentemente anche la possibilità di «guarire» da questa malattia, di riuscire cioè a condurre una vita normale senza il continuo ricorso ai trattamenti. Ciò è avvenuto grazie al cosiddetto trapianto di midollo, una tecnica inventata e messa a punto anche grazie al nostro Guido Lucarelli, ematologo di Pesaro. Anche negli individui normali le cellule del sangue vanno continuamente sostituite perché invecchiano e vengono opportunamente rimosse dal circolo. Il midollo osseo contiene le cellule per così dire «di riserva» che di volta in volta generano le nuove cellule del sangue necessarie per sostituire le vecchie deteriorate. Quelle che ho chiamato cellule di riserva sono in realtà precursori diretti dei vari tipi di cellule del sangue, ma anche cellule molto immature che possono dar luogo a molti tipi diversi di cellule. Per questa loro proprietà le cellule in questione sono anche dette staminali; storicamente rappresentano anzi il prototipo delle cellule staminali.
Il trapianto di midollo osseo con il suo contenuto di cellule staminali si rivela a volte risolutivo, nel senso che il paziente non ha poi più bisogno di ulteriori trattamenti. Ciò è dovuto al fatto che a seguito del trapianto le cellule difettose sono state sostituite con cellule sane. Ovviamente le cellule del midollo non possono essere donate da una persona qualsiasi. Deve essere un parente - più stretto è meglio è - perché le cellule trapiantate devono condividere alcune caratteristiche genetiche con chi deve ricevere il trapianto.
Trattandosi di cellule staminali, perché non pensare di ricorrere ad altre cellule staminali, per esempio quelle presenti all'interno del cordone ombelicale al momento della nascita? E' quello che è stato fatto con successo al Policlinico di Pavia. Ad un bambino affetto dalla malattia sono trapiantate cellule del cordone ombelicale di due suoi fratellini nati qualche mese fa. Le loro cellule dovrebbero quindi rispondere ai requisiti necessari per una buona riuscita del trapianto, anche se forse bisognerà aspettare ancora qualche settimana per sapere se il bambino trattato è veramente guarito. La vera novità dell'esperimento sembra consistere nel fatto che non si sono utilizzate le cellule del cordone ombelicale così come si presentavano, ma queste sono state fatte prima crescere in laboratorio, in modo da aumentare il loro numero e da arricchire il loro contenuto di vere e proprie cellule staminali.
Inevitabilmente la polemica si aprirà su quanto è stato fatto prima del trapianto, su come e perché sono stati concepiti i due fratellini, sulla selezione degli embrioni operata in una struttura sanitaria della Turchia (che consente interventi di questo tipo) per evitare che i due fratellini fossero a loro volta colpiti dalla talassemia. La scienza si incrocia di nuovo con l’etica, e tutte due con la nuova legge italiana che regola la fecondazione e che è oggetto di una dura contestazione. Non resta che ripeterci con Dante: « Se tu segui tua stella, non puoi fallire a glorioso porto».
«SEGNALAZIONI» è il titolo della testata indipendente di Fulvio Iannaco che - registrata già nel 2001 - ha ormai compiuto il diciottesimo anno della propria continua ricerca e resistenza.
Dal 2007 - poi - alla sua caratteristica originaria di libera espressione del proprio ideatore, «Segnalazioni» ha unito la propria adesione alla «Associazione Amore e Psiche» - della quale fu fra i primissimi fondatori - nella prospettiva storica della realizzazione della «Fondazione Massimo Fagioli»