domenica 12 settembre 2004

ipnosi

Gazzetta del Mezzogiorno 12.9.04
Osservati gli effetti dell'ipnosi nel cervello
Loredana Genovese

ROMA – L'ipnosi un trucco? Tutt'altro, è una tecnica che influenza l'attività del cervello disturbando centri superiori che controllano funzioni esecutive di alto livello. L'ha scoperto John Gruzelier, presso l'Imperial College di Londra, usando la risonanza magnetica funzionale per immagini (fRMI) per scrutare il cervello sotto effetto di ipnosi. Queste evidenze spiegano perché sotto ipnosi le persone fanno cose che non farebbero mai spontaneamente, ha spiegato lo psicologo nell'àmbito del festival organizzato in Gran Bretagna, a Exter, dall'Associazione britannica per il progresso delle scienze. Lo studioso ha osservato che il cervello funziona diversamente, avvalorando così la tesi che sostiene l'utilità dell'ipnosi in campo clinico, per esempio nella lotta al dolore. Il gruppo britannico è arrivato alla scoperta studiando un gruppo di ventiquattro volontari, dodici dei quali molto e dodici poco suscettibili all'ipnosi. Quindi gli psicologi hanno sottoposto le persone a un test cognitivo in condizioni normali e sotto ipnosi. Mentre i volontari svolgevano il test, gli psicologici osservavano l'attività del loro cervello con la fRMI, tecnica in grado di rilevare sia le aree cerebrali in attività, sia l'intensità del loro lavoro in tempo reale. I ricercatori hanno osservato così che, senza l'ipnosi, tutti i volontari risolvevano l'esercizio e il loro cervello non mostrava discrepanze di attività durante lo svolgimento della prova. Durante l'ipnosi, invece, le persone più suscettibili mostravano un'intensa attività nella regione del cervello chiamata «giro cingolato anteriore» e nel lato sinistro della corteccia prefrontale, rispettivamente implicate nella risposta agli errori e stimoli emotivi e nell'elaborazione di funzioni cognitive complesse. Le persone poco suscettibili all'ipnosi, invece, non mostravano differenze significative nell'attività cerebrale in questa seconda fase dell'esperimento. Secondo Gruzelier, è quindi evidente che sotto ipnosi il cervello ha bisogno di sforzarsi di più per risolvere lo stesso compito, indicando appunto che qualcosa di diverso avviene al suo interno. Si tratta della prima evidenza così forte e diretta dell'azione dell'ipnosi sul cervello, ha concluso lo studioso, e sarà da stimolo per ulteriori studi sulla possibilità di utilizzare l'ipnosi in campo clinico. Intanto, curare il dolore anche nei bambini viene ritenuto necessario dai pediatri che sono riuniti da ieri a Trieste in un convegno organizzato dell'Irccs. Soprattutto nel settore pediatrico bisogna non limitarsi alla terapia della malattia, ma passare anche alla cura del dolore dal momento che, oggi, grazie alle conquiste della ricerca e della medicina, non è accettabile che sul bambino avvenga alcuna procedura terapeutica dolorosa senza un'adeguata profilassi preventiva del dolore.