martedì 19 ottobre 2004

Cognitive Neuropsychology
sinestesia...

Yahoo! Salute 19.10.04
Psichiatria, Psicologia e Neurologia
Se vedi cose strane è il cervello che fa contatto
Il Pensiero Scientifico Editore
di Emanuela Grasso

Se qualche vostro amico o amica ha le visioni, non prendetelo in giro potrebbe essere vero. E se qualcuno vi dice che avete un’aura luminosa, dategli un minimo di credito. Ci sono delle persone in grado di vedere cose che gli altri non vedono, non perché hanno poteri paranormali ma semplicemente perché il loro cervello fa contatto.
Secondo uno studio pubblicato su Cognitive Neuropsychology, infatti, queste manifestazioni sarebbero dovute a fenomeni di sinestesia. La stimolazione di un senso, cioè, verrebbe percepita da almeno due centri sensoriali. Così il profumo delle castagne farebbe visualizzare la piazzetta dove la signora le vende a un euro al cartoccio, il blu la persona che si ama.
Probabilmente queste associazioni sono causate da un’interferenza nel cervello. Il segnale elettrico che dai recettori periferici corre su per gli assoni del nervo olfattorio che stimola i centri dell’olfatto, per esempio, potrebbe in qualche punto fare contatto e passare la stimolazione anche al nervo ottico che raggiunge la corteccia visiva.
La sinestesia è una condizione che si ritrova in una persona su duemila, le cui cause sono sconosciute. Il lavoro pubblicato su Cognitive Neuropsychology ha sviluppato soprattutto il caso di una ragazza di diciannove anni che sostiene di “avere le visioni” dall’età di dodici. In particolare la ragazza vede l’aura intorno alla gente: quella del suo amico James è rosa, quella di Thomas è nera, quella di Adia è blu. La letteratura medica è ricca di casi di sinestesia in cui alle emozioni sono associate sensazioni fisiche. Quello della diciannovenne britannica sarebbe un caso, inusuale ma reale, di sinestesia emozione-colori.
Chissà se tutti i veggenti che ci sono in giro sono affetti da questo disturbo. E chissà quanti di loro sono sinceramente convinti di avere poteri paranormali semplicemente perché ignorano l’esistenza della sinestesia. Intorno a queste figure di “sensitivi”, soprattutto in passato, sono state costruite pagine di folklore e di credenze che, se prese come tali, hanno il loro fascino. Oggi siamo in grado di dire che sono manifestazioni legate ad un corto circuito nel cervello. A volte è un peccato pensare che non ci sia niente di strano nella mente, ma che tutto ha una spiegazione.

Bibiliografia. Jamie Ward. Emotionally mediated synaesthesia. Cognitive Nueropsycology 2004;21:761-72