martedì 19 ottobre 2004

violenze in famiglia
test psicologici periodici per tutti i poliziotti

Corriere della Sera 19.10.04
La decisione di De Gennaro dopo gli ultimi casi di tragedie familiari. «Più a rischio tra i 30 e i 40 anni»
Pronti test psicologici per tutti i poliziotti
Il Viminale prepara una circolare: verifiche sull’idoneità alle armi. Sindacati in rivolta: sistema per punire
di Fiorenza Sarzanini

ROMA - Esami clinici e test psicologici per stabilire l’idoneità all’uso delle armi e alle attività ritenute maggiormente pericolose. Sinora questo tipo di visita veniva ordinato soltanto in casi di particolare gravità. Il capo della polizia Gianni De Gennaro ha invece deciso di modificare la procedura di controllo e di disporre accertamenti che riguardino l’intero personale. La circolare, che sarà firmata entro qualche settimana, prevede che tutti - dagli agenti ai funzionari - debbano sottoporsi periodicamente alla verifica. E tanto basta per scatenare la protesta dei sindacati che parlano di «strumento che viola le regole costituzionali» e minacciano di impugnare il provvedimento davanti alla Consulta.
LA PROCEDURA - La scelta sui criteri di selezione è stata affidata ad una commissione medica interna che ha già fissato alcuni parametri. In particolare sono state definite le fasce di età «critiche» - secondo gli esperti quella tra i 30 e i 40 anni - e le mansioni considerante più a rischio. In base a questi dati si è ritenuto che la prima visita debba essere disposta un anno dopo l’entrata in servizio per stabilire la capacità di adattamento e di integrazione. Gli esami dovrebbero essere ripetuti ogni tre anni fino al compimento dei 40 anni e poi diluiti con scadenza quinquennale. Tutto questo, tenendo naturalmente conto dei compiti svolti. Tra le attività ritenute maggiormente «usuranti» ci sono quelle che riguardano l’ordine pubblico, i servizi di scorta e l’appartenenza ai reparti impegnati nel contrasto della criminalità organizzata e del terrorismo. In pratica tutti gli incarichi che prevedono l’uso delle armi e dunque la necessità di mantenere un saldo controllo delle possibili reazioni di fronte a situazioni di emergenza.
LA LEGGE - E’ un decreto del 30 giugno 2003 ad aver stabilito le regole di verifica sui «requisiti di idoneità fisica, psichica e attitudinale». Un provvedimento che all’articolo 2 assegna al capo della polizia il compito di stabilire «criteri e modalità per effettuare accertamenti sanitari, tenendo conto degli incarichi svolti, dell’età, dell’anzianità di servizio e dell’eventuale presenza di patologie pregresse o croniche». La decisione di far valere questa prerogativa è stata presa dopo gli ultimi casi di poliziotti coinvolti in casi di omicidio-suicidio o comunque di tragedie familiari che hanno posto il problema di autorizzare la concessione delle pistole di ordinanza anche a chi potrebbe non avere più i requisiti necessari per tenerle.
LA PROTESTA - Il giudizio più duro è quello di Claudio Giardullo, segretario del Silp, secondo il quale «queste visite periodiche si trasformeranno di fatto in una verifica disciplinare». «Siamo contrari - spiega - perché si tratta di un controllo fiscale, una sorta di tagliando che penalizza chi non è in linea con i vertici gerarchici». Lo stesso pensa Oronzo Cosi, responsabile del Siulp. Il sindacato ha già espresso parere negativo e adesso Cosi aggiunge: «Questa procedura potrà essere attivata soltanto di fronte a una motivazione certificata e prevedendo la presenza di un perito di parte, pagato dall’amministrazione, che possa esprimere un parere vincolante». No al controllo periodico di tutti i poliziotti arriva anche da Filippo Saltamartini del Sap. «Nessun Paese europeo - sottolinea - prevede una procedura di questo tipo. In ogni caso si tratta di test che non hanno alcuna dignità scientifica e dunque non sono utili a verificare l’attitudine dei singoli. A nostro parere è un procedimento che viola la Costituzione e se davvero fosse firmata la circolare saremo pronti a chiedere il parere della Consulta». Voce fuori dal coro è quella di Giovanni Aliquò, segretario dell’Associazione funzionari. «Si tratta - dice - di analisi necessarie e indispensabili. Non si può pensare di mandare in giro persone armate senza sottoporle a verifiche adeguate».