giovedì 9 dicembre 2004

sinistra
Liberazione aderisce alla proposta del manifesto di un'assemblea per il 15 gennaio

Liberazione 9.12.04
ADERIAMO ALL'INIZIATIVA DEL MANIFESTO
Di Salvatore Cannavò

Aderiamo all'appuntamento nazionale promosso da il Manifesto per il 15 gennaio. Non si tratta di una formalità ma di una scelta consapevole. Certo, siamo il giornale di un partito che ha un ruolo molto importante in questo progetto - come attestano le dichiarazioni rilasciate - ma comunque un giornale che ha cercato di contribuire direttamente al dibattito della sinistra alternativa", alla costruzione dei movimenti, alla relazione tra forze ed esperienze diverse. Vi aderiamo, inoltre, con la volontà di costruire una relazione più avanzata tra i giornali dì questa stessa sinistra alternativa - noi, il Manifesto e Carta, ma pensiamo anche all'Unità - relazione fino a oggi piuttosto rarefatta, se si fa eccezione per alcune importanti iniziative editoriali comuni, ma che potrebbe costituire un elemento di novità che spesso la "nostra gente", quella che si schiera "senza se e senza ma" contro la guerra e il liberismo, ci richiede. Quindi un impegno convinto, una partecipazione non rituale,un contributo che speriamo sia interessante.
Del resto, l'avvio di un percorso unitario della sinistra radicale rappresenta una sorta di atto dovuto alla stagione dei movimenti apertasi a Genova nel 2001. Quell'evento fondativo, che ha consentito di costruire una novità assoluta nel panorama dei movimenti sociali, ripristinando contatti e relazioni che apparivano impensabili ed "evocando" una massa critica, soprattutto di giovani, che è andata ben al dì là della forza specifica delle realtà organizzate, da allora non ha mai avuto un corrispettivo sul piano più strettamente politico. Un deficit, questo, motivato da fattori diversi, e che non vogliamo in questa sede analizzare, ma che è stato avvertito come unl imite e un'opportunìtà mancata anche da quei movimenti che allora sembravanointeressati a partecipare a un rimescolamento delle carte della sinistra. Questa opportunità sembra oggi poter essere colta. Per le forme complesse e sofferte con cui ha visto la luce può essere utile, tuttavia, segnalare alcuni nodi da "curare" con attenzione affinché il percorso possa svilupparsi pienamente.
Il primo riguarda il rapporto con il movimento altermondialista. A noi sembra che questo debba avere un ruolo di primo piano ed essere coinvolto sia dal punto di vista dei contenuti che esprime che da quello delle realtà che rappresenta. Non ci si può limitare a un'iniziativa che faccia parlare solo i rappresentanti dei partiti o delle componenti di partito. Allo stesso tempo, è importante che l'esperienza di questi anni sia gelosamente salvaguardata e che del movimento si rispetti l'autonomia (così come del sindacato). E' un passaggio delicato in cuisi gioca il rapporto tra la "politica" partitica e quella sociale - due facceche la "crisi della politica" ha disunito e spesso messo in contrapposizione.
Il secondo nodo attiene alle difficoltà obiettive, che non dovrebbero essere esaltate ma nemmeno banalizzate. La notizia della chiusura della Rivista del manifesto è di ieri, i due principali partiti della sinistra si avviano a un congresso con inedite divisioni interne (4 mozioni nel congresso Ds, 5 in quello del Prc), e poi ci sono altre fratture consumatesi in questi ultimi mesi, gelosie mai sopite, e altro ancora. Tutto questo può essere relativizzato o, al contrario, drammatizzato da una discussione che non sia correttamente impostata e che non tracci chiaramente gli obiettivi possibili. Il terzo passaggio riguarda gli assi della discussione. Crediamo che abbia ragione Lisa Clark quando avverte dell'importanza che si discuta dei contenuti, magari tematizzandoli. Perché il rischio che ci si riduca a un progetto, a un percorso il cui fine sia solo quello di pesare sugli equilibri della futura alleanza di governo è concreto. Il fatto è che se si vogliono spostare in avantigli equilibri, l'accordo sui contenuti essenziali di una sinistra alternativa deve essere forte e sostanzialmente svincolato dal quadro politico. I punti non sono difficili da indicare, eppure vanno indicati guerra, liberismo, democrazia del/nel lavoro e democrazia tout court, migranti, cittadinanza e diritti sociali, ambiente e società sostenibile, neo integralismo e diritti delle donne sono forse quelli più importanti e più comuni. Altri ce ne possono essere e forse va realizzato un censimento.
Infine, si tratta di capire gli obiettivi. Possono essere molteplici ma vogliamo mdicarneuno immediato: potenziar el'opposizione al governo Berlusconi. Su questo versante c'è bisogno di uno scatto anche per collocare questa opposizione fuori dal mero "antiberlusconismo" - quello dei "mercenari", per intenderci - per parlare del berlusconismo come "autobiografia del paese" per utilizzare l'espressione del direttore del Manifesto,Gabriele Polo. Quindi si tratta di spostarla sul piano sociale e dell'opposizione alla guerra.
Nel corso dell'anno, nonostante una crisi verticale, il governo è riuscito a rafforzarsi e a rilanciarsi anche per un deficit di opposizione concreta sulle cose concrete. L'efficacia di un progetto di sinistra alternativa potrà essere misurata anche da come saprà incrinare questo processo.