il manifesto 10.2.05
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Commissione vota leggi marziali
Il ddl di riforma dei codici penali militari, risalenti al 1941, è stato approvato ieri dalle commissioni Difesa e Giustizia di Montecitorio. Già approvato dal Senato, sta suscitando numerose polemiche tra maggioranza e opposizione. I Ds denunciano: «I giornalisti che diffondono informazioni riservate anche su missioni di pace all'estero rischiano di essere puniti con le leggi marziali e di scontare da 5 a 20 anni di detenzione nelle carceri militari». Secondo il ministro della Difesa Antonio Martino, le norme si applicherebbero solo ai componenti del corpo di spedizione e non anche «ai cronisti inviati in zone di guerra, agli operatori umanitari delle ong o a qualsiasi altro civile». Ma per il diessino Bonito «la norma così come è stata scritta non lascia spazio a dubbi né a interpretazioni ed è palesemente incostituzionale» perché violerebbe l'articolo 103 della Costituzione, secondo il quale i tribunali militari in tempo di pace «hanno giurisdizione soltanto per i reati militari commessi da appartenenti alle forze armate. E non possono occuparsi quindi di civili come i giornalisti o i volontari». Secondo l'articolo 4 del testo, infatti, è sottoposto alla giurisdizione militare «anche chiunque commetta un reato contro le leggi e gli usi della guerra». Tra i reati puniti con la legge marziale il «procacciamento di notizie riservate» e la loro diffusione. Con pene fino a 20 anni di reclusione. Quali sarebbero queste notizie riservate? Per l'articolo 72 quelle che riguardano «la forza, la preparazione o la difesa militare, la dislocazione o i movimenti delle forze armate, il loro stato sanitario, la disciplina o le operazioni militari e ogni altra notizia che, non essendo segreta, ha tuttavia carattere riservato, per esserne stata violata la divulgazione dall'autorità competente». L'opposizione ha annunciato che presenterà «numerosi emendamenti» soprattutto per modificare la parte che rischia di vedere coinvolti giornalisti e volontari delle ong.
«SEGNALAZIONI» è il titolo della testata indipendente di Fulvio Iannaco che - registrata già nel 2001 - ha ormai compiuto il diciottesimo anno della propria continua ricerca e resistenza.
Dal 2007 - poi - alla sua caratteristica originaria di libera espressione del proprio ideatore, «Segnalazioni» ha unito la propria adesione alla «Associazione Amore e Psiche» - della quale fu fra i primissimi fondatori - nella prospettiva storica della realizzazione della «Fondazione Massimo Fagioli»