giovedì 10 marzo 2005

libri
sul dolore

Il Gazzettino Giovedì, 10 Marzo 2005
SFORBICIANDO
Alla scoperta del dolore, per cercare di sconfiggerlo. Viaggi nei misteri della mente umana
Aldo Forbice

Il dolore è sempre molto studiato dai medici e soprattutto dagli psichiatri e dagli psicologi. Se ne occupa anche Vittorio Andreoli nel nuovo libro "Capire il dolore" (Rizzoli), non per schematizzarlo in aride teorie, ma per addentrarsi nella sua più viva concretezza, nel suo manifestarsi più autentico e drammatico. Compie quindi un viaggio nei luoghi dove il dolore emerge in modo terribile: negli ospedali, nei cimiteri, nelle prigioni, nei manicomi assumendo il volto della solitudine, dell'abbandono, della colpa, della perdita, del silenzio, del limite. Naturalmente non mancano i teatri di guerra, dove il dolore "trionfa" in tutta la sua ampiezza e profondità.Ma anche numerosi altri studiosi hanno indagato sul dolore. Citiamo il volume curato da Domenico Gioffrè (un biologo dell'Istituto di biofisica del Cnr di Pisa) "Il dolore non necessario" (Bollati Boringhieri ), con una prefazione del poeta Mario Luzi, in cui i vari interventi si soffermano in particolare su quando il dolore perde la sua funzione di "sentinella" e diventa esso stesso "malattia", causa di sofferenze inutili e umilianti. I progressi della farmacologia consentono ormai di controllare il dolore in oltre il 90\% dei casi, eppure nel nostro paese la "terapia"del dolore è poco praticata, come conferma il bassissimo consumo di farmaci oppioidi e la carenza di strutture ospedaliere adeguate.
Il dolore può portare, come è noto, alle malattie mentali e più precisamente alla depressione. Se ne sono occupati quattro studiosi, anche stranieri. Il primo, Aaron T. Beck, è un ricercatore americano che ha riassunto in un nuovo libro, "La depressione" (Bollati Boringhieri), i risultati delle sue ricerche più recenti ed anche quanto è ormai stato accertato sulla natura, le cause e il trattamento dei questa terribile malattia. Thomas S. Szasz, psichiatra americano di origine ungherese, ha pubblicato invece un'opera considerata una bibbia nel campo del training psicanalitico, "Il mito della malattia mentale" (Spirali), definito dagli studiosi "sconvolgente e rivoluzionario" perché innova radicalmente le tradizionali terapie, smontando le impalcature ideologiche e disciplinari della psichiatria e di tutte le psicoterapie.
Andrew Solomon, uno studioso Usa che vive tra New York e Londra, nel saggio "Il demone di mezzogiorno" (Mondadori) descrive assieme ai fantasmi della mente - angosce, ansie, paure - che si manifestano soprattutto di notte, anche la depressione, il demone meridiano da lui conosciuto da vicino per averlo avuto a lungo come compagno.
Infine Ivan Cavicchi, docente di sociologia dell'organizzazione sanitaria all'università La Sapienza di Roma, nel saggio "La clinica e la relazione" (Bollati Boringhieri) si sofferma, in particolare, sul rapporto "medico-malato".
I numerosi studi sulle malattie mentali ci confermano quanto ancora si sappia poco su quell'universo rappresentato dal nostro cervello. Uno studioso dell'università della California, Vilayanur S. Ramachandran, cerca di spiegarci molti misteri nel saggio "Che cosa sappiamo della mente" (Mondadori). Si sa che il cervello umano è la struttura più complessa dell'universo: cento miliardi di neuroni organizzati per scambiarsi informazioni. In 1500 centimetri cubici ferve un'attività capace di produrre un numero di stati mentali superiore al numero di particelle elementari dell'universo conosciuto. L'incredibile ricchezza della vita psichica, tutte le sensazioni, le emozioni, i pensieri, le ambizioni, gli affetti, il sentimento religioso e perfino la coscienza hanno origine da un piccolo grumo di cellule gelatinose all'interno del cranio. E' proprio quel piccolo grumo che oggi tanti studiosi hanno preso di mira per carpirne i segreti. Ma siamo ancora lontani dalla scoperta di nuove frontiere.