giovedì 9 giugno 2005

neurofisiologi americani
una "ipotesi" molto poco sentimentale...

Corriere della Sera, 1.6.05
I risultati di una ricerca Usa condotta con scanner cerebrali
Ecco perché si può impazzire per amore
Quando ci si innamora si «accendono» due zone cerebrali collegate all'energia e all'euforia. Che vanno in tilt se si è lasciati
Alessandra Muglia

NEW YORK - Dalla Didone di Virgilio che impazzisce per Enea all'Orlando che perde il senno per Angelica e diventa furioso da innamorato che era. Un salto nel tempo (e nello spazio, di celluloide) e si arriva a King Kong che si arrampica fino in cima all'Empire State Building per conquistare l'amata, o all'amante rifiutata di «Attrazione fatale» che non dà tregua al suo lui e alla fine tenta di ucciderlo. Letteratura e cinema non hanno lesinato esempi di come l'amore possa trasformarsi in qualcosa di simile alla follia. Una vicinanza, quella tra il sentimento e la malattia, evocata tra l'altro da espressioni d'uso comune: «sono pazzo di te», si dice. Forse non a caso. Ora, per la prima volta, gli studiosi hanno «fotografato» cosa succede nel cervello quando si scatena quella tempesta emotiva che un tempo portava a stare ore e ore sotto la finestra dell'amata, e oggi spinge in modo quasi compulsivo a fare telefonate e a mandare messaggini.
AMORE E FOLLIA - Lo studio, condotto da ricercatori d'Oltreoceano e pubblicato sul prestigioso Journal of Neurophysiology, ha scansito l'attività del cervello allo sbocciare di un nuovo amore, cercando di spiegare perché l'innamoramento produce emozioni così disparate e intense, dall'euforia alla rabbia all'ansia, simili a quelli di un folle. Emozioni che sembrano rafforzarsi quando l'amato si ritira.
SCANNER CEREBRALE - Helen Fisher, antropologa della Rutgers University del New Yersey, Lucy Brown, neurologa all'Albert Einstein Medical College di New York e Arthur Aron psicologo allo State University of New York hanno usato le immagini del cervello ottenute con la risonanza magnetica, le Mri (magnetic resonance imaging): «istantanee» che fotografano aumenti e diminuzioni nel flusso del sangue al cervello, variazioni che indicano cambiamenti nell'attività neuronale.
«TEMPESTA» IN DUE ZONE DEL CERVELLO - I ricercatori hanno sottoposto a risonanza magnetica 17 ragazzi, tutti agli albori di un nuovo amore, mentre mostravano loro le immagini della persona amata, alternandole a quelle di conoscenti o amici. Esaminando 2500 «fotografie» hanno scoperto che il sentimento suscitato dalla dolce metà è collegato all'attivazione del nucleo caudato destro, e dell'area ventrale tegmentale destra, accompagnata dalla produzione di alti livelli di dopamina, la sostanza chimica cerebrale che produce sensazioni di soddisfazione e piacere. Insomma quando arriva, l'amore «accende» non solo gli occhi e il cuore, ma anche due zone cerebrali collegate all'energia e all'euforia. Sono le zone legate al desiderio e alla passione, localizzate dalla parte opposta rispetto all'area del cervello connessa all'attrazione fisica.
L'EQUILIBRIO NEL TEMPO - Com'è noto, la «perturbazione» provocata da un nuovo amore si mitiga con il tempo, e lo scanner cerebrale offre evidenze anche di questo cambiamento. Lo si vede confrontando i risultati di questo studio con quello gemello, pubblicato nel 2000, in cui i ricercatori dell'university College di Londra avevano usato lo stesso metodo degli americani ma un campione differente: si trattava di giovani uomini e donne in coppia da due anni. Anche in questo caso davanti alle foto degli amati, si attivarono le stesse aree. Ma in misura minore. Come mai? Secondo gli studiosi, uno dei motivi per cui un nuovo amore è così sconvolgente è legato alla paura che non sia corrisposto o che il sogno possa svanire, timori che poi diminuiscono man mano che il rapporto si consolida.
SCARICATI INNAMORATI COME MATTI - Se invece la relazione si interrompe succede che chi viene lasciato recupera o a volte perfino supera i livelli registrati nell'innamoramento, manifestando comportamenti «da pazzi». Lo dimostra un successivo esperimento condottosempre dall'équipe americana su 17 giovani donne e uomini che erano stati recentemente scaricati dai loro partner. Anche qui, davanti alle immagini degli ex, veniva attivato la parte del cervello legata all'innamoramento. «Essere lasciati aumenta l'innamoramento: è quello che chiamo frustrazione-attrazione» spiega Fisher. Perdere l'amato all'improvviso quando si è ancora innamorati provoca un terremoto in quell'area del cervello conosciuta come «sistema di ricompensa». Ma no disperate: la «frenesia cerebrale» in quest'area con il tempo di solito rallenta, assicurano con una vena di ottimismo i ricercatori. E i circuiti del cervello coinvolti nell'innamoramento ritornano capaci di infiammarsi ancora.