Reuters 27.6.05
Depressione, un pacemaker al cervello per curare casi gravi
LONDRA (Reuters) - I pazienti che soffrono di grave depressione e che non rispondono ad altre terapie potrebbero essere aiutati da una stimolazione elettrica, dicono i ricercatori.
Il trattamento, che è simile a un pacemaker per il cervello, utilizza elettrodi impiantati nel cervello per disattivare o interrompere circuiti elettrici legati alla depressione.
In quattro pazienti su sei sottoposti alla sperimentazione, la stimolazione ha attenuato la depressione.
"I pazienti sperimenterebbero un immediato calo dello stato negativo", ha detto in conferenza stampa la dottoressa Helen Mayberg, neurologa presso l'Emory University School of Medicine ad Atlanta, Georgia.
La tecnica è stata sviluppata per le persone affette dal morbo di Parkinson ma i ricercatori l'hanno adattata ai pazienti colpiti da depressione grave.
"E' l'ultimo sviluppo più eccitante in termini di cura della depressione in 10 anni", ha detto David Nutt, responsabile di psicofarmacologia alla Bristol University, in Inghilterra.
Utilizzando tecniche per visualizzare il cervello, gli scienziati hanno impiantato degli elettrodi nella zona del cervello legata alla depressione mentre i pazienti erano sotto anestesia locale.
Durante la stimolazione, ai pazienti, svegli, è stato chiesto di spiegare cosa provavano. Hanno descritto un senso di calma o di serenità. Secondo i ricercatori, non ci sono stati effetti collaterali.
Nei pazienti che hanno risposto alla terapia, un dispositivo simile a un pacemaker è stato impiantato per mantenere la stimolazione costante. Due anni dopo l'esperimento, i pazienti rispondono bene. "Questi sono i primi risultati estremamente incoraggianti", ha detto Mayberg.
«SEGNALAZIONI» è il titolo della testata indipendente di Fulvio Iannaco che - registrata già nel 2001 - ha ormai compiuto il diciottesimo anno della propria continua ricerca e resistenza.
Dal 2007 - poi - alla sua caratteristica originaria di libera espressione del proprio ideatore, «Segnalazioni» ha unito la propria adesione alla «Associazione Amore e Psiche» - della quale fu fra i primissimi fondatori - nella prospettiva storica della realizzazione della «Fondazione Massimo Fagioli»