Depressione materna, può rilevarla il pediatra
Il Pensiero Scientifico Editore
Antonella Sagone
“Nelle ultime due settimane, sei stata depressa la maggior parte del tempo? Hai provato scarso interesse nel fare le cose?” Con queste semplici due domande, il pediatra può identificare efficacemente quelle madri che stanno attraversando un periodo di depressione. Uno studio sul Journal of Developmental and Behavioral Pediatrics illustra uno screening effettuato in occasione delle visite di controllo del bambino.
Dopo il parto esiste la possibilità di depressioni transitorie, ma a volte la nascita di un bambino semplicemente porta a galla situazioni di depressione preesistenti ma sottovalutate. Le donne che hanno avuto un bambino però, nei primi anni in particolare, hanno un contatto con il loro pediatra che per frequenza e per occasioni di dialogo supera quello con il proprio medico curante: un canale da non sottovalutare, perché ha la potenzialità di offrire un punto di riferimento per fornire indicazioni importanti, nel caso che la donna attraversi un periodo di depressione. Inoltre per il pediatra la depressione materna ha una rilevanza diretta per la pratica, perché ha un impatto sulla salute del bambino che, secondo alcuni studi, può essere esposto a un rischio maggiore di problemi mentali nell’adolescenza.
I pediatri coinvolti nella ricerca, appartenenti a quattro centri sanitari territoriali, hanno sottoposto le madri a un breve questionario della durata di un minuto circa. Le domande erano espresse a voce oppure per iscritto. Le domande chiave indagavano la presenza di una prevalenza di stati depressivi o di mancanza di interesse nella settimana precedente alla visita. I pediatri, che avevano precedentemente seguito un training per far fronte ai casi positivi emersi dal questionario, hanno anche riferito dettagli sul colloquio, indicando gli eventuali ostacoli e le difficoltà o resistenze a effettuare lo screening.
Fra le 473 madri sottoposte allo studio, sono stati riscontrati casi di depressione nel 27 per cento dei casi. La maggiore affidabilità è stata ottenuta con il questionario scritto, mentre quello verbale ha fatto emergere soltanto il 5,7 per cento di casi; comunque entrambi gli approcci, con grande sorpresa dei medici di famiglia, sono stati più efficaci del semplice colloquio informale. I casi di depressione erano più frequenti nelle madri di bambini di età superiore all’anno.
I pediatri hanno fornito alle donne che manifestavano segni di depressione una serie di strumenti utili per fronteggiarla: un opuscolo di auto-aiuto, materiali informativi e riferimenti professionali. “Il pediatra può essere una fonte di aiuto per la mamma in difficoltà”, osserva Ardis Olson, a capo del gruppo di ricercatori. Anche se il tempo per approfondire certe tematiche è sempre scarso durante le visite, un questionario di questo tipo ne richiede veramente poco e può essere di grande utilità.
Fonte: Olson AL, Dietrich AJ, Prazar G et al. Two approaches to maternal depression screening during well child visits. J Dev Behav Pediatr. 2005;26(3):169-76.