Le Scienze 13.06.2003
Scoperto il più antico fossile di Homo sapiens
I reperti confermano l’ipotesi dell’evoluzione dell’uomo moderno in Africa e della successiva migrazione
Scienziati dell’Università della California di Berkeley, in collaborazione con ricercatori etiopi e di altri paesi, hanno scoperto fossili dei primi uomini moderni, Homo sapiens, la cui età è stimata fra 154.000 e 160.000 anni. Secondo gli studiosi, la scoperta fornisce forti prove a favore della coesistenza di Homo sapiens e Neanderthal, contraddicendo la teoria secondo cui i primi discendevano dai secondi.
In due articoli, pubblicati sul numero del 12 giugno della rivista “Nature”, gli autori descrivono i crani fossilizzati di due adulti e un bambino, scoperti presso il villaggio di Herto in Etiopia, circa 200 chilometri a nord-est di Addis Abeba. I reperti colmerebbero un grande buco nelle documentazioni di fossili umani.
“C’è una carenza di fossili intermedi fra i pre-umani e gli esseri umani moderni, ovvero fra 300.000 e 100.000 anni or sono, - spiega il paleoantropologo Tim D. White - Adesso finalmente anche i ritrovamenti sono compatibili con le prove molecolari”.
Secondo il biologo F. Clark Howell, co-autore dello studio, “i fossili di Herto sono senza ombra di dubbio non-Neanderthaliani, e mostrano che in Africa erano apparsi esseri umani moderni ben prima che i Neanderthal sparissero in Europa. Questo dimostra che i Neanderthal non sono mai stati una tappa della nostra evoluzione”.
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