martedì 22 luglio 2003

sociologi e religioni

Repubblica Torino 22.7.03
I sociologi e le divinità Quattro giorni di dibattito
In trecento da tutto il mondo a discutere di religioni

Dio, Allah, il Buddha e poi tutti gli altri modi di chiamare la divinità. Dall´altra parte, invece, gli uomini di tutto il mondo, e soprattutto i giovani che nel terzo millennio si confrontano con la voglia di fede e di verità. In mezzo, da ieri sino a venerdì, i quasi trecento sociologi e studiosi arrivati a Torino per la XXVIIma Conferenza della Società internazionale di sociologia delle religioni.
Un appuntamento voluto con forza da Franco Garelli, docente torinese di Sociologia dei processi culturali, e che segna un´occasione prestigiosa per la nostra città nel mondo del dopo 11 settembre 2000, dei rinnovati fondamentalismi religiosi, della globalizzazione e di guerre che, per bocca di George W. Bush come di Saddam Hussein, si ammantano di giustificazioni religiose o addirittura della "volontà divina".
Il tema scelto per questa edizione, "Religione e generazioni", guarda soprattutto alla realtà giovanile dell´esperienza di fede. E le ricerche che affrontano il fenomeno in molte latitudini del globo e davanti a fedi diverse, sembrano indicare, a sorpresa, tendenze comuni. «Tra i giovani si attenua l´ateismo - ha spiegato Garelli presentando la Conferenza - e se manca una pratica assidua nei riti e nell´approfondimento del proprio credere, cresce invece la disponibilità verso la religione come una riserva di vita, come un possibilità esistenziale a disposizione».
Da oggi tavole rotonde e sessioni, tra il cinema Massimo e la facoltà di Scienze politiche di via Verdi (e con escursioni a Damanhur o nelle Langhe), cercheranno di spiegare tutto ciò. In una città dove gli anni dell´emigrazione extracomunitaria, forse di più che in tante altre realtà italiane, hanno sottolineato i problemi della diversità ma anche le conquiste dell´integrazione.
(e. b.)