giovedì 25 settembre 2003

gli italiani e il sesso

La Stampa 25 Settembre 2003

UNA RICERCA CONDOTTA DALLA SOCIETÀ ITALIANA DI MEDICINA GENERALE
Gli italiani e il sesso? Un disastro
Un uomo e una donna su due sono insoddisfatti

di Daniela Daniele


ROMA
Dopo gli andrologi, gli psicologi e i sessuologi, tocca ai medici di famiglia curiosare tra le lenzuola degli italiani. Ecco, quindi, lo sgradito dossier a tinte fosche: il 53,7 per cento dei maschi e il 58,8 per cento delle femmine lasciano il letto insoddisfatti. E non per colpa del materasso.
Lo svela una ricerca condotta dalla Società italiana di medicina generale (Simg) sulla base di seicento questionari distribuiti negli ambulatori sul territorio e compilati dai pazienti in forma anonima. Uno studio già pubblicato sul British Medical Journal.
Illustrati nel corso di una conferenza stampa di presentazione del primo Congresso nazionale sulla sessualità in medicina generale, «Il desiderio e le parole», che si aprirà a Palermo venerdì prossimo, i risultati dell’indagine danno un brutto colpo al tanto decantato eros latino.
Per quanto riguarda gli uomini, il problema più serio è quello di sempre: l'erezione. Il 35,9% dei 270 maschi intervistati ha ammesso che, sia per l’ansia da prestazione o per altre insidie psicologiche, ha difficoltà a mantenere eretto l'organo sessuale. Il 35,4% ha lamentato problemi già nella fase iniziale del rapporto; il 32,3% fatica a raggiungere l'orgasmo e il 29,3% getta la spugna al momento della penetrazione.
Pochi motivi di spensieratezza anche nelle risposte al femminile: il 46,6% ha ammesso di non riuscire a portare a termine il rapporto, il 30,1% ammette di avere problemi di orgasmo e il 26,9% di lubrificazione inadeguata del proprio organo sessuale.
E dopo il “come”, passiamo al “quante volte”. Anche su questo aspetto della faccenda tira una brutta aria: il 7% degli uomini e il 15% delle donne hanno dichiarato di non avere avuto rapporti sessuali nell'ultimo mese.
Forse, ci si dice speranzosi, si tratta di ultrasettantenni (che pure hanno una loro, spesso soddisfacente, vita sessuale). Il dato più allarmante, invece, come spiega Raffaella Michieli, responsabile area Salute della Simg, «è rappresentato dal fatto che si parla di problemi lamentati da un campione di maschi e femmine in maggioranza giovane (il 32,1% ha dai 20 ai 39 anni e il 21,9% tra i 40 e i 49 anni), in buone condizioni di salute generale e che nell'ultimo mese ha avuto un desiderio o uno stimolo sessuale. Solo che poi, al momento dei fatti, le cose sono andate diversamente».
E se abbiamo l’impressione che il letargo del sesso negli italiani sia un po’ troppo prolungato, non consolano certo le parole della professoressa Chiara Simonelli, psicosessuologa della Sapienza di Roma, che ritiene le cifre di cui sopra addirittura sottostimate. «Un altro elemento su cui occorre soffermarsi con attenzione - aggiunge - è rappresentato dall'elevata percentuale di persone che dichiara di astenersi dal rapporto sessuale. L’interpretazione, in questo caso, può essere duplice. Da una parte, abbiamo le donne che fanno una rinuncia consapevole e sono in particolare quelle single tra i 30 e i 40 anni, alla ricerca di rapporti significativi e non solo dunque di sesso fine a se stesso; dall'altra, le coppie stabili nelle quali l'uomo sospende l'attività sessuale in casa perchè ha altre relazioni al di fuori della famiglia. E anche in questo caso è ancora la donna a essere tagliata fuori dalla sessualità».
Sonno dei sensi, ma a quale prezzo? Gli esperti della Simg dicono che una situazione sessuale mortificata può scatenare ipocondria, nervosismo, tensione e somatizzazioni di ogni genere. Consigliano, dunque, di parlarne dapprima con il medico di famiglia che può evitare al proprio assistito di ricorrere a figure non competenti per risolvere il suo problema.
Su questa base prende forma il convegno di Palermo «voluto - conclude Raffaella Michieli - per affrontare e discutere queste problematiche proprio partendo dall'ambulatorio del medico di famiglia e dalla sua conoscenza dell’assistito e dell’ambiente in cui vive».