giovedì 25 settembre 2003

Le Monde des Religion

IL QUOTIDIANO FRANCESE PUBBLICA UN BIMESTRALE
le religioni di "Le Monde"
di MARCO POLITI


Un fiore d´intelligenza e di cultura lanciato nell´area del laicismo puro e duro. Le Monde des Religion, la prima rivista religiosa che un grande quotidiano europeo abbia osato portare sul mercato, è da pochi giorni in edicola e marcia verso l´obiettivo dei quaranta-cinquantamila abbonamenti. Sotto la guida di Jean-Claude Petit, per lunghi anni direttore della celebre Vie Catholique, di Jean-Paul Guetny e del responsabile dell´informazione religiosa di Le Monde, Henri Tincq, autore di libri di successo come Dio in Francia, morte e resurrezione del cattolicesimo e La sfida del Papa del terzo millennio, la rivista bimestrale rompe con la tradizione che vuole che di preti e religioni si occupino solo pubblicazioni confessionali. «Proprio chi coltiva i valori umanisti - sottolinea Tincq - non può ignorare quanto il fatto religioso giochi nella società contemporanea».
Ottanta pagine, veste tipografica ariosa, scadenza bimestrale, Le Monde des Religions nasce dall´impulso che Regis Debray ha dato in Francia al dibattito su laicità e religione. L'ignoranza della religione come fenomeno sociale, culturale e storico - va predicando da qualche anno l'intellettuale che trent'anni fa si batteva per il gauchismo rivoluzionario - è un handicap per la formazione dei giovani d'oggi e, ancor di più, rappresenta un ostacolo per capire e muoversi nel mondo contemporaneo. Debray ha già fondato a Parigi a tempo di record un Istituto europeo di Studi della religione. L'iniziativa editoriale di Le Monde viene dunque incontro ad un nuovo bisogno dell´intellighenzia francese. Ma al tempo stesso è uno stimolo per tutto il circuito dei mass media europei. Ricco, stimolante, preciso - si va dalle piccole notizie gustose come lo scandalo del pastore protestante danese che ha confessato di non credere in Dio ad un dossier sui «rinnovatori dell´Islam», ad un´inchiesta sul travolgente successo dei neopentecostali in Brasile ad un articolo su tredici secoli di rapporti giudeo-musulmani - trasforma in giornalismo attuale ciò che in genere è patrimonio di specialisti o di rari inserti.
«Le religioni fanno parte della cultura. Hanno fecondato il patrimonio dei popoli, ispirato le arti, la politica, il diritto l´economia, i costumi... persino la gastronomia», è scritto nell´editoriale. Lapalissiano, si potrebbe dire, se non fosse che di fatto in Francia e altrove (anche nell´apparente cattolicissima Italia) la cultura religiosa sia diventata scolorita come una veste dai disegni logorati. Jean-Claude Petit sostiene che un cittadino francese o europeo non può ignorare il «fatto religioso» del proprio paese o degli altri. «E´ una questione di comprensione dell'umanità contemporanea, una garanzia di maggiore tolleranza e rispetto». Ha ragione.