giovedì 25 settembre 2003

Marco Bellocchio a Bologna (e a Parma)

il Resto del Carlino 25.9.03

«Ho voluto fare
un film 'infedele'»

di Benedetta Cucci


«A me interessava fare un film infedele rispetto alla realtà. E' un'opera d'arte, non un saggio storico. E per questo ho incontrato molta ottusità da parte di chi ha una fede politica e mi ha detto che le cose non erano andate così… Ma è specifico dell'arte non limitarsi alla superficialità delle immagini». Marco Bellocchio è arrivato a Bologna, ieri, ospite della Fice - Agis, per presentare il suo ultimo film Buongiorno, notte, lavoro commissionato al maestro dalla Rai per l'anniversario dei 25 anni del caso Moro. Una pellicola che è uscita nelle sale cinematografiche subito dopo la presentazione in concorso alla 60a Mostra del cinema di Venezia e che è partita con la distribuzione di 163 copie arrivando alle attuali 200, registrando un incasso di 2 milioni e 300 mila euro. Nella nostra città Bellocchio, accompagnato dall'attrice protagonista Maya Sansa, ha colto l'occasione per parlare della mostra dedicata alle sue visioni pittoriche e cinematografiche che si aprirà a Parma, Galleria delle Colonne in Largo 8 Marzo n.9, il prossimo 9 ottobre, presentata dalla Fondazione culturale Edison. «Non sono un pittore — sottolinea il regista — l'ho fatto prima di andare a Roma, negli anni Cinquanta. Questa mostra raccoglie quadri ma anche disegni che ho realizzato durante la lavorazione di Buongiorno, notte, perché quando si fa un film ci sono tempi lunghissimi di attesa e disegnare mi diverte». Ma che legame c'è tra il cinema di Bellocchio e la sua vena pittorica? «Nel momento in cui ho scoperto il cinema ho lasciato la pittura. Per me il cinema è una straordinaria terapia… di rapporto, perché ti devi misurare con tanta gente…la pittura invece è solitudine».