domenica 4 gennaio 2004

storie:
Elisabeth e Ivan

Corriere della Sera 4.1.04
Viene alla luce una lettera dello zar cinquecentesco alla regina inglese, che lo aveva respinto
«Elisabetta sei come una serva», firmato Ivan il Terribile
di Cesare Medail


Nell’immaginario moderno, lui ha la barba appuntita sotto gli occhi cupi e magnetici di Nikolai Cherkasov, come appare nei due film che Eisenstein dedicò a Ivan il Terribile (1945-58); lei ha la maschera dura e sofferta di una grande Bette Davis, come appare ne La regina vergine, il film su Elisabetta I d’Inghilterra diretto da Henry Koster nel 1955. Due icone memorabili per uno zar (1530-1584) spietato nel reprimere i «boiari», gli aristocratici da cui si sentiva perseguitato fino alla paranoia; e per una sovrana (1533-1603), figlia di Enrico VIII e Anna Bolena, altrettanto inflessibile nello stroncare nel sangue le pretese dinastiche della cugina Maria Stuarda.
Due personaggi di tragica grandezza che lo storico americano Felix Pryor fa scendere per un attimo dai troni, grazie a una lettera che lo zar inviò alla regina nel 1570 e che viene presentata nel volume Elizabeth I - Her Life in letters, edito dalla University of California Press.
Le biografie di Ivan IV Vasilevic detto il Terribile riportano che in quell’anno lo zar, sempre più ossessionato dai «boiari», aveva in animo di riparare in Inghilterra, lasciando per qualche tempo il trono a un re-fantoccio. Ma non era altrettanto noto che il Terribile, interessato al commercio inglese, avesse chiesto la mano di Elisabetta, oltre che l’asilo politico.
Benché presentata come «regina vergine» in vari film e romanzi, la sovrana ebbe favoriti e amanti, ma mandò sempre a monte ogni trattativa nuziale avviata per ragioni politiche. Tradizione vuole, infatti, che un difetto congenito le impedisse di avere figli.
Nel caso di Ivan, però, non si limitò a rifiutare la proposta, ma aggiunse l’offesa, facendogli sapere che sarebbe stato accolto oltremanica solo a patto che si pagasse le spese di viaggio e di soggiorno. Infischiandosene dell’etichetta e dei commerci, Ivan le spedì la lettera pubblicata da Pryor, dove accusa la regina di essere una «vecchia cameriera» in balia di «rozzi mercanti» e «zotici consiglieri».
Lasciando i posteri nel dubbio su chi fosse più «terribile»: lui o la Grande Elisabetta?