La Repubblica ed. di Roma 4.1.04
Nella chiesa di santo Stefano Rotondo al Celio i terribili affreschi espressione di un cristianesimo da tragedia
Le sante torture del Pomarancio
Quando i martiri dipinti scandalizzarono De Sade
di CLAUDIO RENDINA
Un carnefice che strappa un seno ad una giovane cristiana è la scena che ha sconvolto perfino il marchese de Sade nel suo viaggio a Roma nel 1775. È uno dei 34 riquadri affrescati dal Tempesta e dal Pomarancio alla fine del Cinquecento sulle pareti della chiesa di Santo Stefano Rotondo al Celio; raffigurano, in una suite terrificante, i martìri subiti dai santi durante le varie persecuzioni, per un'esaltazione del sacrificio in nome della fede voluta dalla Controriforma, secondo l'atteggiamento della Chiesa Romana Cattolica dopo il Concilio di Trento. Una rappresentazione del sacrificio dei santi sotto le più atroci torture per esortare i fedeli ad un'esistenza più severa e mistica.
E dire che la Chiesa deve la sua costruzione al papa Simplicio, nel V secolo...
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E infine arrivano gli affreschi: un campionario di sadismo. È indiscutibile il contrasto notevole che creano quei supplizi all'insegna del più impressionante realismo a fronte del Cristo non crocifisso. Ecco santi schiacciati sotto pesantissime pietre, con gli intestini e gli occhi che escono dal corpo in un autentico gusto del macabro. E poi, santi divorati a brani, con metodo, dai leoni; santi affogati nel lago con una pietra al collo; santi bruciati vivi, accecati, storpiati, lapidati, privati dei denti e via così. Un martirologio per un cristianesimo da tragedia sconvolgente e non da pura estasi mistica.
«SEGNALAZIONI» è il titolo della testata indipendente di Fulvio Iannaco che - registrata già nel 2001 - ha ormai compiuto il diciottesimo anno della propria continua ricerca e resistenza.
Dal 2007 - poi - alla sua caratteristica originaria di libera espressione del proprio ideatore, «Segnalazioni» ha unito la propria adesione alla «Associazione Amore e Psiche» - della quale fu fra i primissimi fondatori - nella prospettiva storica della realizzazione della «Fondazione Massimo Fagioli»