Le Scienze da "Scientific American" 13.03.2004
Il cervello dei primati
La corteccia frontale è la sede del ragionamento
In uno studio sui cervelli dei primati, alcuni ricercatori del California Institute of Technology di Pasadena hanno scoperto che tutti i primati, dall'uomo alle scimmie, possiedono una corteccia frontale insolitamente larga se confrontata alle dimensioni generali del cervello. Si tratta della parte del cervello usata dagli esseri umani per il pensiero superiore e il ragionamento. "Più il cervello di un primate è grande, - spiega Eliot Bush, uno degli autori dello studio - più la corteccia frontale sarà sproporzionata".
Pur non spiegando veramente cosa separi gli uomini dagli altri animali, la ricerca suggerisce però che quello che rende uomini e scimmie differenti dagli altri mammiferi è insito nel loro patrimonio comune di primati. Un confronto con i carnivori, l'ordine che include leoni, tigri e cani, mostra che questi ultimi non possiedono una corteccia frontale ugualmente grande. Ciò spiegherebbe perché un piccolo gatto domestico di due chili è intelligente tanto quanto un leone di quaranta chili.
Secondo Bush, però, i risultati pubblicati sulla rivista "Proceedings of the National Academy of Sciences" non confermano le teorie secondo cui il comportamento umano dipenda in parte da una corteccia frontale eccessivamente grande rispetto al resto del cervello. Quello che conta, infatti, non è la proporzione fra questa regione e il cervello, ma le sue dimensioni. I lemuri e altri piccoli primati hanno una proporzione maggiore ma un cervello più piccolo, e dunque anche una corteccia frontale piccola, mentre gli uomini e le scimmie più grandi hanno un cervello più grande e, anche se la proporzione è meno elevata, la corteccia frontale finisce con essere molto grande.
Le Scienze da "Scientific American"
Nuove mummie Inca in Perù
L'area fa parte di uno dei maggiori siti funebri dell'emisfero occidentale
Dozzine di mummie risalenti a più di 500 anni fa sono state scoperte lungo il percorso di una futura autostrada nei dintorni di Lima, la capitale del Peru, nei pressi di un antico cimitero Inca. Gli archeologi hanno dissepolto 26 involucri sepolcrali, ciascuno contenente una o più mummie di adulti e bambini, che risalgono al periodo compreso fra il 1472 e il 1532. Nel 1533, gli Inca vennero sconfitti dai conquistatori spagnoli.
"Quest'area - ha dichiarato all'agenzia Reuters l'archeologo Guillermo Cock, esperto di culture andine e incaricato dalla municipalità di Lima di perlustrare la regione alla ricerca di artefatti prima di cominciare la costruzione della strada - fa parte del cimitero di Puruchuco-Huaquerones, il più grande cimitero Inca del Perù e uno dei maggiori dell'emisfero occidentale". Gli archeologi non conoscono ancora il numero esatto di mummie del sito, in quanto molti involucri non sono ancora stati aperti e altri sono tuttora parzialmente sepolti. Alcuni erano già rotti e mostrano teschi e mummie ricurve con tessuti legati al corpo e offerte nelle mani.
Secondo gli esperti, vi sono evidenti segni di rituali precedenti le sepolture. Ci sono infatti resti di mais, fagioli, foglie di coca e vasi. Le autorità hanno dichiarato che, nonostante la scoperta, la costruzione della strada proseguirà come previsto.
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