venerdì 26 marzo 2004

Lietta Tornabuoni
sull'ultimo film di De Oliveira

La Stampa 26 Marzo 2004
Il naufragio dell’Occidente
Sandrelli, Papas e Deneuve sulla nave di De Oliveira
di Lietta Tornabuoni


LO strano titolo di una delle opere più profonde, eleganti, significative e belle di Manoel de Oliveira, «Un film parlato», vuol dire che si tratta d'un film eloquente, che le lingue che all'origine vi venivano parlate erano varie e diverse, che ciascuna di esse ha dato il suo contributo all'evoluzione della civiltà mediterranea e occidentale, che questa civiltà si trova in una condizione di fragilità, di vulnerabilità. Come Fellini in «E la nave va», il maestro del cinema portoghese sceglie una imbarcazione e un viaggio sul mare per rappresentare una potente metafora del presente.
Alla crociera che tocca la Grecia, la Francia, le rovine di Pompei, le sfingi d'Egitto e Istanbul prima di arrivare a Bombay, partecipano una giovane donna portoghese docente di Storia e la sua bambina: gli insegnamenti impartiti dalla madre alla figlioletta permettono di ripercorrere, in modo sintetico ma non sommario, la storia del Mediterraneo. Sulla nave, invitate alla tavola del comandante John Malkovich, un americano d'origine polacca che parla l'inglese come un esperanto contemporaneo, viaggiano anche tre donne famose e non più giovani, appartenenti a tre Paesi cruciali: la donna d'affari Catherine Deneuve esprime il talento della Francia per i commerci; Stefania Sandrelli, ex modella, simboleggia l'estetismo e il gusto per la vita dell'Italia; Irene Papas, cantante e insegnante di canto che interpreta pure una stupenda canzone, è un emblema della vocazione per le arti della Grecia. Conversando con spirito, grazia e saggezza, parlando di sè ciascuno parla anche del proprio Paese, ma un funesto annuncio di colpo interrompe la civilissima serata: terroristi hanno piazzato due bombe, bisogna abbandonare la nave, subito...
L'intelligenza della visione critica della civiltà mediterranea, la tragica previsione di fine, la finezza dello sguardo posato sui protagonisti, la raffinata bellezza della metafora e del film sono quasi impossibili da descrivere: a novantasei anni Manoel de Oliveira è sempre più intenso e lieve, sempre più bravo.

scheda
«Un film parlato»

A bordo di una nave, durante una crociera che tocca la Grecia, la Francia, le rovine di Pompei, le sfingi d'Egitto e Istanbul prima di arrivare a Bombay, ci sono pure una giovane donna portoghese e la sua bambina: gli insegnamenti impartiti dalla madre alla figlia ripercorrono la storia del Mediterraneo in modo sintetico ma non sommario. Sulla nave, invitate alla tavola del comandante, viaggiano anche tre donne famose e non più giovani, appartenenti a tre nazioni cruciali: Catherine Deneuve esprime il talento della Francia per gli affari; Stefania Sandrelli, ex modella, simboleggia il gusto per la vita dell'Italia; Irene Papas, cantante e insegnante di canto, è un emblema della vocazione per le arti della Grecia. Il comandante John Malkovich, americano di origini polacche, parla l'inglese, lingua universale contemporanea. Un annuncio interrompe la civilissima serata: terroristi hanno piazzato due bombe, bisogna abbandonare subito la nave. La bambina torna indietro, seguita dalla madre, per recuperare la bambola dimenticata... A novantasei anni Manoel De Oliveira, maestro del cinema portoghese, è sempre più elegante e profondo, sempre più bravo.

UN FILM PARLATO
di Manoel De Oliveira
con John Malkovich, Leonor Silveira, Catherine Deneuve, Irene Papas, Stefania Sandrelli; Portogallo, 2003
TORINO, cinema Nazionale
MILANO, Eliseo
ROMA, Greenwich