ricevuto da P.Cancellieri
Yahoo! Salute 26.4.04
Antidepressivi e rischio cardiovascolare
da Il Pensiero Scientifico Editore
Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Clinical Pharmacology and Therapy alti dosaggi (superiori a 100mg/dì) dei vecchi farmaci antidepressivi (i cosiddetti triciclici) sarebbero associati a mortalità cardiaca improvvisa. Tale rischio non esisterebbe, invece per gli inibitori del reuptake della serotonina (SSRI), la nuova classe di antidepressivi attualmente disponibili.
La depressione è una condizione patologica, a cui va incontro nel corso della sua esistenza tra il 5 e il 15 per cento degli esseri umani. Essa può insorgere anche del tutto spontaneamente (cioè, può non essere preceduta da alcun evento spiacevole). In altri casi, un evento scatenante c’è, ma la reazione della persona appare sproporzionata, per intensità e/o durata, rispetto all’evento. Il quadro clinico non comprende soltanto la tristezza, ma anche diversi altri aspetti.
Il funzionamento sociale e lavorativo è compromesso in maniera più o meno significativa. Le distrazioni e i viaggi non hanno alcun effetto sullo stato d’animo della persona oppure hanno un effetto molto limitato. Un adeguato trattamento farmacologico e/o psicoterapeutico è in grado invece, nella grande maggioranza dei casi, di migliorare in maniera molto significativa o di risolvere la situazione.
I ricercatori della Vanderbilt University di Nashville (USA), coordinati da Wayne Ray, hanno esaminato il database del Tennesse Medicaid, in cui erano contenuti i dati relativi ai ricoveri occorsi nel periodo compreso fra il 1988 e il 1993. L’obiettivo era quello di indagare la relazione tra uso di antidepressivi e rischio di morte cardiaca improvvisa. Durante il periodo in esame sono state registrate 1487 morti improvvise. I ricercatori hanno osservato che il rischio di mortalità improvvisa aumentava all’aumentare del dosaggio dei farmaci. In particolare per chi assumeva i triciclici tale rischio non aumentava per dosaggi inferiori ai 100 mg giornalieri, mentre raddoppiava per dosi superiori ai 300 mg/dì. "Questi risultati", commentano i ricercatori, "dovrebbero indurre gli specialisti ad adottare cautela nel prescrivere dosaggi particolarmente alti di questi farmaci in pazienti al di sopra dei 65 anni d’età o con preesistenti malattie cardiovascolari".
Bibliografia. Ray WA, Meredith S, Thapa PB et al. Cyclic antidepressants and the risk of sudden cardiac death. Clin Pharmacol Ther 2004;75:234-41.
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