martedì 27 aprile 2004

guerre di religione di cui in Italia non parla quasi mai nessuno

Il Giornale di Brescia 27.4.04
La polizia riprende il controllo di molte zone ma gli scontri interreligiosi continuano
Molucche: situazione sempre tesa


AMBON (Indonesia) Dopo due anni di relativa calma, è tornata ad esplodere la violenza tra musulmani e cristiani nelle Molucche, le isole famose in epoca coloniale per il commercio delle spezie e che dal 1945 fanno parte dello Stato Indonesiano. Ventitré persone sono morte negli ultimi giorni ad Ambon, capoluogo di questo arcipelago tropicale a 2400 km da Giakarta, in scontri furiosi tra le due comunità religiose. In ospedale sono ricoverati un centinaio di feriti. Il vescovo cattolico della città, mons. Petrus Cansius Mandagi, ha detto che la situazione «è molto tesa», anche se in serata sono cessati i colpi d’arma da fuoco e la polizia sembra aver ripreso il controllo della situazione; tutto - ha ricordato il presule - è cominciato l’altro ieri, quando una ventina di cristiani protestanti hanno voluto celebrare, con un corteo strombazzante di automobili, il 54° anniversario dell’effimera Repubblica (cristiana e filo-olandese) delle Molucche del Sud nel 1950. La situazione è degenerata perché gruppi di estremisti musulmani hanno assaltato la manifestazione con sassi e bastoni. Per tutta la giornata - ha riferito mons. Mandagi - si sono udite esplosioni e facinorosi di entrambe le parti si sono affrontati armati di machete e bombe rudimentali. La città, attualmente di circa 400mila abitanti (per metà musulmani e per metà protestanti; i cattolici sono 10mila), era un tempo indicata come un esempio di coesistenza interreligiosa. Ma tutto è cambiato con l’ondata del fondamentalismo islamico che si è propagato nell’ultimo decennio anche nei lembi più estremi del Sud-est asiatico, dove operano ormai anche gruppi legati ad Al Qaeda. Nel 1999 per un banale incidente, una lite su un autobus ad Ambon tra un cristiano e un musulmano, era scoppiata una vera e propria guerra interreligiosa durata fino al 2002. In quei tempi migliaia di integralisti musulmani erano accorsi da Giava (l’isola principale dell’Indonesia, al 90% musulman a) per combattere la Jihad anti-cristiana e circa 700mila persone avevano abbandonato l’arcipelago delle Molucche, dove ora sono rimasti circa 2 milioni di abitanti. «Dopo il 2002 - racconta mons. Mandagi - la situazione sembrava normalizzata; i rapporti tra le due comunità erano tornati ad essere relativamente buoni, un cristiano poteva recarsi in un quartiere musulmano e viceversa senza troppi problemi». «Per il futuro - ammette - non sono in grado di fare previsioni. Sono però convinto - aggiunge - che la maggioranza della popolazione vuole la coesistenza». Certo è che le tensioni interreligiose sono un dato endemico in questa parte di Asia, come dimostra anche la situazione della Thailandia, dove ormai da gennaio, si susseguono scontri e incidenti tra la minoranza musulmana povera del Sud del Paese e le altre componenti religiose, la maggioranza buddhista innanzitutto e gruppi di evangelizzatori.