L'Arena Lunedì 26 Aprile 2004
L’imperatrice, vissuta quanto più lontana poteva dalla Corte asburgica, riprende con il nuovo Museo il suo posto nell’ex palazzo imperiale
Sissi, la verità dietro al mito
Un regalo di Vienna a 150 anni dalle nozze con Francesco Giuseppe
L’imperatrice austriaca Sissi (1837-1898), nella finzione cinematografica adorata dai suoi sudditi ma in realtà vissuta quanto più lontana poteva dalla Corte asburgica, riprende con il nuovo «Museo di Sissi», il suo posto nell’ex palazzo imperiale di Vienna. «La nuova inquilina dell’Hofburg è una donna che non ha lasciato quasi niente, fuorché alcune poesie malinconiche e un mito non creato da lei stessa» ha detto nella presentazione alla stampa lo scenografo teatrale Rolf Langenfass, realizzatore artistico del nuovo museo dedicato alla sovrana asburgica anticonformista.
Il museo apre esattamente 150 anni dopo il matrimonio della 16/enne principessa bavarese Elisabetta con il cugino Francesco Giuseppe, celebrato il 24 aprile 1854. Il nuovo omaggio alla imperatrice dalla fama postuma è ospitato in sei sale della reggia invernale degli Asburgo, accanto agli appartamenti privati della famiglia imperiale, da tempo già aperti al pubblico.
Il logo del museo - una silhouette nera di Sissi- rivela l’intenzione principale di questa nuova attrazione turistica della capitale austriaca: mostrare una personalità che da viva era visibile per i suoi sudditi solo come ombra lontana, sempre vestita di nero (da quando si era suicidato nel 1889 il figlio Rodolfo), nascosta agli sguardi da enormi ventagli e ombrelli, sempre in viaggio, in continua fuga dal cerimoniale di Corte.
Solo dopo l’improvvisa morte dell’infelice Sissi - il 10 settembre 1898 venne assassinata a Ginevra dall’anarchico italiano Luigi Luccheni con una lima anch’essa esposta nel nuovo museo - nacquero i miti sulla sua figura e sul suo grande amore per il marito ’Franzl’, nutriti più dai celebri film degli anni ’50 con la giovanissima Romy Schneider, piuttosto che dagli avvenimenti reali della sua vita. La Schneider ha fatto di lei il personaggio più conosciuto della casa asburgica, spesso accostata a Lady Diana d’Inghilterra.
«Nessuno avrebbe immaginato, 150 anni fa, che al centro dell’interesse ai giorni nostri non ci sarebbe più stato il Kaiser, ma sua moglie», ha detto Wolfgang Kippes, direttore della ’Società per le attività culturali di Schoenbrunn’ che gestisce il nuovo museo. Come dimostrano alcuni articoli dell’ epoca, ora esposti, pubblicati su diversi giornali europei dopo l’attentato mortale contro la sovrana. Al centro dei testi c’è sempre la compassione per Francesco Giuseppe e non per il tragico destino di Elisabetta la quale per tutta la sua vita si era ribellata radicalmente contro il ruolo di moglie, madre e sovrana.
L’accostamento alla personalità dell’imperatrice al di là del mito- dalla radiosa ragazzina alla dama malinconica e inaccostabile- avviene attraverso le poesie personali di Sissi, ispirate al suo idolo Heinrich Heine (1797-1856), il critico radicale della società tedesca dei suoi tempi molto amato anche da Karl Marx. «Mi sono svegliata in un carcere, con ceppi alle mani» oppure «mi sento di marmo», sono alcuni dei versi che accompagnano gli oggetti esposti nella sala dedicata alla vita di corte di Elisabetta. Tra essi il contratto di matrimonio, riproduzioni di gioielli (compresi quelli dell’incoronamento ungherese) e ritratti ad olio dell’imperatrice in abito di gran gala, l’ultimo quando aveva 42 anni. La stravagante Sissi, per restare nella storia come bellezza giovane, dopo i 30 anni non voleva più essere fotografata.
Un’altra sala del museo è dedicata interamente al culto della bellezza- i suoi capelli arrivavano quasi fino a terra e venivano pettinati quotidianamente per due o tre ore- , nonch é all’ossessione per la linea e all’esagerazone nello sport. Tra gli effetti personali dell’eccentrica ed egomane ’First Lady’ asburgica ci sono una vestaglia, la sua bilancia, ricette per creme e altri segreti di bellezza. C’è l’elenco delle sostanze necessarie per una " mascher a" a base di fragole e un’altra che prevedeva braciole di vitello crudo da mettere sulla pelle di Sissi. In mostra anche una pressa per preparare le bevande a base di sangue bollito, una delle diete dell’imperatrice.
Con il passare degli anni Elisabetta diventa sempre più irrequieta e si sente tanto meglio quanto più è lontana da Vienna. «Sono un gabbiano apolide, senza spiaggia per patria, volo da un onda all’altra», ha scritto in un’altra poesia.
Una parte del «Museo di Sissi» è dedicata allo stile dei viaggi della sovrana, appassionata giramondo che per non farsi riconoscere usava lo pseudonimo di " Contessa Hohenems ". In una sala c’è in mostra anche uno " spaccat o" a grandezza naturale del vagone del treno di lusso con cui si spostava in tutta Europa.
Il biglietto per il «Museo di Sissi»- costato per l’allestimento 800mila euro- permette anche l’accesso agli appartamenti imperiali, dove si entra a curiosare non solo nelle camere da letto e nei saloni privati della coppia imperiale, ma anche nella palestra e nel bagno personale di Sissi.
«SEGNALAZIONI» è il titolo della testata indipendente di Fulvio Iannaco che - registrata già nel 2001 - ha ormai compiuto il diciottesimo anno della propria continua ricerca e resistenza.
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