martedì 27 aprile 2004

Paul Auster

una segnalazione di Paolo Izzo

Corriere dela Sera 26.4.04
Auster, se l'irrazionale irrompe nel quotidiano
Il caso è uno dei temi ricorrenti nella sua narrativa Come in «Oracle Night», ispirato al «Falcone Maltese»
ANTICIPAZIONI. Il nuovo romanzo dell'autore di «Trilogia di New York» uscirà in Italia a giugno
di Fernanda Pivano


Quanto tempo è passato, non ricordo neanche più quanto, da quella mattina che Paul Auster è venuto a cercarmi in albergo a New York, e io sono rimasta commossa dalla sua bellezza, con la sua giovinezza silenziosa e insieme esplosiva, con gli occhi verdi, così verdi che sembravano finti, e lui sommesso, quasi timido, che mi parlava di un suo libro che non era ancora uscito, illuminato di speranze inferiori perfino al successo che quel libro ha accolto, come avrebbe accolto tutti gli altri usciti da allora, e sono undici e ormai nessuno ha più problemi a definirli: ormai tutti parlano del suo espressionismo astratto e peggio per chi non capisce che cos'è. Paul Auster continua ad avere i suoi occhi verdi, anche se in una recensione hanno scritto chissà perché che i suoi occhi sono neri, continua a essere l' eroe di Brooklyn, continua a incantare milioni di lettori in tutto il mondo raccontando le sue storie a volte difficili da comprendere con la logica ma sempre facilissime a impegnare emozioni tremanti e paure segrete. La celebrità prorompente gli è venuta col cinema, quando ha fatto la sceneggiatura e ha diretto con il regista cinese Wayne Wang il film Smoke, creando vera sensazione tra lettori e spettatori con un improvviso atteggiamento di apertura alla comprensione; e forse creando una sensazione a se stesso, con quel racconto che sfiorava l' illusione della chiarezza nel costruire una Brooklyn come lui l' ha sognata tutta la vita ma in modo da farla sognare a chiunque la vedesse lì sullo schermo, senza possibili trucchi. Nella leggenda di Smoke ha fatto altri due film, ma poi, chi lo sa, forse il ricordo dello zio Allen Mandelbaum e della sua traduzione della Divina Commedia e del baule di libri che ha affidato in Francia a Paul ragazzo (che però li ha letti), chi lo sa cos'è stato a riportarlo al suo tavolo dove passa tutte le sue giornate a scrivere, cancellare, buttare via fogli strappati, scrivere da capo per cancellare ogni traccia di chiarezza logica; ma qualunque cosa sia stata, eccoci qua tutti attenti alle sue pagine di un libro nuovo che in Italia Einaudi farà uscire il 1° giugno, sbalorditi dal fatto che il libro sia ispirato da uno scrittore tutt' altro che espressionista e tutt'altro che astratto qual è stato Dashiell Hammett, che tra una prigione antifascista e l'altra ha occupato anime e memorie con le sue favole assurde e bellissime. Dashiell Hammett è presente in questo libro con una storia assurda e bellissima, vagamente ispirata al suo Falcone Maltese e al suo protagonista Flitcroft, che ha occupato la mente di Paul Auster dal 1990 quando il regista tedesco Wim Wenders gli ha telefonato all' improvviso e gli ha offerto di collaborare a un film che usava la versione di Hammett come punto di partenza. L'offerta del film è caduta nel nulla, ma per dieci anni Paul Auster ha costruito una biografia sul personaggio di Hammett e gli ha dato un altro nome. Così è nato Sidney Orr, narratore della storia nel romanzo Oracle Night; Sidney Orr che il 18 settembre 1982 alle dieci del mattino ha lasciato l'appartamento dove viveva con la moglie a Brooklyn e ha camminato, camminato, camminato. In quel cambiamento delle sue abitudini il protagonista Orr avvia una serie di avvenimenti che cominciano con l' acquisto di un taccuino azzurro in una cartoleria e finiscono 200 pagine dopo in un terribile atto di violenza che trasforma la sua vita e il suo modo di vedere il mondo. Questa trasformazione Orr la racconta venti anni dopo che è accaduta, mentre è ancora immerso nella frattura della sua vita. E' tipico della scrittura di Paul Auster che il narratore di una storia narri insieme a quella storia anche la storia propria, e qui è su questa storia propria che è basato il personaggio ispirato a Dashiell Hammett. Questa idea della narrazione sopra la narrazione, i lettori di Auster certamente lo ricordano, è tipica della narrativa dell' autore e ci siamo abituati a ritrovarla fin dai suoi primissimi romanzi: sottolinea il metodo stilistico di Auster nella sua serie di romanzi apparentemente realistici ma che sono in realtà racconti irreali. In questo romanzo uno dei personaggi si chiama John Trause, che è un anagramma del nome di Auster, e ha la stessa età di Auster; e mentre ne parla, Paul Auster dice che in realtà né John Trause né Sidney Orr gli somigliano, eppure messi insieme, dice Auster, rappresentano «qualche cosa di me anche se non so precisare che cos' è quel qualche cosa. La maggior parte di quello che faccio è inconscio, non so da dove mi vengono le idee, non so spiegare il lavoro che faccio, ma lo posso difendere, posso soltanto difenderlo. Al di là di questo non so niente». Le sue tendenze postmoderne sono chiare. Auster non perde occasione per insistere che la vita degli individui è governata da interventi casuali del destino, dal caso e dalla coincidenza oltre che dall' educazione del personaggio. «Cerco di rappresentare nei miei racconti il mondo che conosco - dice Paul Auster -, la realtà nella quale ho vissuto e che è così piena di sorprese, del tutto imprevedibile». Ha scritto anche un racconto dove ha cercato di scoprire «se la vita di altre persone era strana come la sua»: tutto questo spiega anche la definizione della sua scrittura come metanarrativa, cioè di uno stile che racconta una storia raccontando insieme il racconto di quella storia. Ma quello che forse bisognerebbe ricordare è la possibile influenza nella sua narrativa di episodi autobiografici. Per esempio nel 1998 il figlio Daniele che ha avuto dalla prima moglie, la poetessa Lydia Davis, è stato condannato a vent'anni di prigione per aver rubato 3.000 dollari da uno spacciatore di droga morto, e si era detto che era stato presente all' uccisione dello spacciatore. Un fatto abbastanza strano è che il terzo romanzo dell'attuale moglie di Paul Auster, Siri Hustved, racconta la storia di una coppia di artisti con un figliastro che rimane inguaiato con l'assassino di un tale: e anche in questo Oracle Night (La notte dell'Oracolo) l'omologo di Auster, John Trause, ha un figlio strano, Jacob, che si presenta nel romanzo come un angelo vendicatore ma è ricoverato in una clinica per nascondersi da spacciatori di droga ai quali deve 5.000 dollari e finisce assassinato. Sicché si può anche leggere l'opera di Paul Auster scoprendovi dei riflessi della sua vita; ma tra gli avvenimenti violenti delle storie ci si deve sempre basare su proposte di sopportazione, di sopravvivenza, di resistenza. Paul Auster, quando parla della madre morta qualche mese prima di questo romanzo, dice: «Ci volevamo molto bene ed è morta all'improvviso, e per qualche tempo mi ha angosciato. Il dolore è qualcosa alla quale nessuno vuole rivolgersi, e occorrono anni, anni, per superare una grande perdita». La vita di Paul Auster non è stata priva di dolori. Il padre ha abbandonato la famiglia ma la sua assenza era stata accettata anche prima della sua morte avvenuta di recente e Paul Auster lo ricorda con tenerezza pensando a gesti gentili che ha fatto per aiutare la povera gente e che lo scrittore ha scoperto quasi per caso. Ma soprattutto lo ha impressionato la scoperta di una sua scatola con ritagli di giornale, che riferiscono l' assassinio del nonno eseguito dalla nonna il 23 gennaio 1919. «Giusto sessant'anni prima che morisse mio padre», dice Paul Auster. Paul Auster fa notare che in quella generazione simili avvenimenti non venivano raccontati, tutti li tenevano chiusi dentro di sé; ed è contro questo senso di totale anonimità che Auster si rivolge quando scrive: ormai è chiaro che scrive all' ombra di dolori e sofferenze e contro la sua stessa mortalità, ricostruendo la vita di personaggi danneggiati dalla sfortuna, da errori, da tragedie incalzanti, al punto che, gli pare, è impossibile ricostruire vite vere che sono state lacerate da circostanze simili. E ora, acclamato scrittore di metanarrativa, di espressionismo astratto, di dolori in realtà inesprimibili, pensa che l'unica ragione per vivere è di vivere la sua vita soltanto come scrittore.
BIOGRAFIA L'autore e il libro Paul Auster è nato nel 1947 a Newark, in New Jersey. Dopo la laurea alla Columbia, dal 1970 trascorre quattro anni in Francia. Al ritorno esordisce, usando lo pseudonimo Paul Benjamin (il suo secondo nome), con la detective story Squeeze Play, ma è la Trilogia di New York ('87) a dargli la celebrità. Gli ultimi suoi testi tradotti in Italia sono Il libro delle illusioni e Leviatano (Einaudi).

Oracle Night edito dalla Henry Holt di New York uscirà il 1° giugno 2004 da Einaudi col titolo: La notte dell' oracolo, tradotto da Massimo Bocchiola (pagine 208, euro 16,50).